Virtualia?

Piove sui works in regress.

European, italiano, piemontèis. Falso e cortese. Geriatric millennial. Bezbožný. Samotář. 100% spoleh!

Cudzinec ·

Billy Barman + Korben Dallas @ Fléda, Brno, 02/04/2025

Dopo un paio di canzoni, quel figaccione di Juraj Benetin chiede al pubblico chi è venuto per i Billy Barman: applausi moderati; chi è venuto per i Korben Dallas: applausi piú sostenuti. Accortosi dell’errore, chiede chi è lí per entrambi i gruppi: applausi entusiasti, imbarazzo risolto.

Billy Barman e Korben Dallas sono in un mini-tour di Slovacchia e Cechia per promuovere i dischi usciti l’anno scorso.
E come l’anno scorso, i Korben Dallas mettono in scena un concerto di good vibes, ruock e buoni sentimenti. Nell’ampio spazio del Fléda sono un po’ meno intimisti e un po’ piú caciaroni, con il chitarrista aggiunto che si atteggia a ruockstar e sale sugli amplificatori, ma c’ha un’età e temo cada e si rompa un femore. Al pubblico, anche stasera composto per due terzi da slovacchә della diaspora, e di questi il 96% certamente vota Progresívne Slovensko, Benetin rivolge frizzi e lazzi politici, in tema con la canzone (sotto) che i due gruppi hanno registrato insieme e che chiude la prima parte del concerto, sul palco tutti insieme caciaronamente.
I Billy Barman avrei dovuto vederli cinque primavere fa, ma. Stasera sono subito maldisposto da quella faccia da schiaffi di Juraj Podmanický (non è colpa sua se somiglia a Nicola Savino) e dal taglio funk dei loro suoni (al basso, nascosta, c’è Meowlau). Si accende la spia della riserva. All’uscita anticipata, guardarobiera e buttafuori non fanno domande.

Robert Fico come Ebenezer Scrooge: quando la tua ora si avvicina / ricevi la visita di una famiglia non tradizionale.

Katarzia @ Kabinet Múz, Brno, 03/04/2025

Con questo concerto ho visto Katarzia suonare dal vivo tante volte quante ho visto i Blur: quattro, e ogni volta Katarína Kubošiová ha messo in scena uno spettacolo diverso. Stasera sul palco ci sono soltanto lei, un microfono, una chitarra, una tastiera, e dietro la tastiera Robin Galia, un giovane pianista jazz che le fa da turnista.
Il cantautorato di Katarzia, solitamente arricchito di elementi elettronici, si presta ad arrangiamenti spartani: la melodia la mette la sua voce, lo strumento in piú dovrebbe accompagnarla e darle ritmo. Invece Galia suona le melodie che ha in testa, e la sua tastiera sintetizza un suono che non ha un timbro adatto al cantato. Capisco l’impossibilità di portarsi dietro un pianoforte, e la volontà di evitare l’effetto-pianobar, ma.
Come Juraj Benetin la sera prima, anche Katarína Kubošiová parla molto fra un pezzo e l’altro, talvolta perdendosi in convoluti aneddoti che fanno sbadigliare le Mikey Madison astanti. Imparo da lei la parola frajer. Nella notte di Brno l’aria è tiepida.

La differenza che fa un vero pianoforte (con un vero basso e una vera batteria).