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Billi ·

(Frattaglia, Puciu, Unocane, ecc.)
16? luglio 2002 – 25 dicembre 2011 – 6 dicembre 2019

Billi cucciolo, meticcio coi colori del pastore tedesco, guarda nell’obiettivo; la foto è leggermente sfocata. Billi, ansimante o sorridente, sdraiato in una casa di campagna. Billi, bagnato, corre in un giardino. Billi, arruffato, in una cuccia con coperta dentro un appartamento. Billi, appena lavato, viene spazzolato mentre tiene in bocca una pallina blu con un motivo di pesciolini colorati; accanto, un mucchietto di peli. Il muso di Billi spunta dietro una pianta. Billi accucciato sopra un telo sul sedile posteriore di un’auto, con gli occhi (ciechi) orientati verso la fotocamera e con il musetto canuto aperto da cui spunta la lingua.

I love my dog. My dog is dead.

Massi as a Service ·

Al ritorno dalle ferie estive ho letto in bollettini interni che l’azienda aveva cominciato a vendere un nuovo esclusivo prodotto: {…}. Il volume d’ordini previsto era di una decina al mese in tutto il globo, ma la complessità del progetto necessitava di uno specialista in ogni ufficio coinvolto.
In quanto unico uomo fra i capisquadra del reparto ho la fama di quello che ne sa di robe tecniche. Con qualche merito: a settembre ho configurato in rete telefono per telefono, scrivania per scrivania, ché se aspettavamo i tecnici informatici… Non divago: la mia capa ha chiesto a me di occuparmi della nostra fetta dell’esclusivo prodotto, e di supervisionare due scrivane nelle fatiche amanuensi. Una sinecura.

I clienti hanno cominciato a inviarci i loro ordini. Come da istruzioni ricevute li passavamo al primo anello della catena, e aspettavamo che gli altri reparti a cascata li elaborassero. Noi, ultimo anello, avremmo raccolto i dati e compilato il contratto finale.
Dopo tre mesi non avevamo ancora raccolto niente. Il capo di un reparto affine al nostro ci ha chiesto per cortesia di risalire la catena a colpi di e-mail: {…}.

Neanche il tempo di capire a chi far presente il caos, che la mia capa ha ricevuto un’e-mail dalla vicepresidente (con il neo-direktøren in copia): «ho saputo che non sta funzionando niente, serve qualcuno che coordini tutti gli uffici coinvolti, il tuo è il reparto migliore, sui tuoi impiegati posso sempre contare, assegna l’incarico a qualcuno dei tuoi entro lunedí».

Santino Fontana alias Greg Serrano in un episodio di Crazy Ex-Girlfriend, che punta i pollici verso se stesso, con didascalia «This guy.»

[/sarcasm]

Ho risposto alla mia capa che mi sarebbe seriamente piaciuto, ma il mio contratto prevede quaranta ore settimanali e non sessanta. Lei nel weekend ha provato a rispedire l’istanza oltreoceano. Ho apprezzato il suo tentativo, davvero.

Lunedí pomeriggio eravamo entrambi in teleconferenza a farci istruire da uno stereotipo di manager indiana sull’intero progetto e sui dettagli della mansione. Il diagramma di flusso del progetto unisce cinque reparti sparsi per tre continenti, e copre una trentina di fogli A4 che non sono riuscito a stampare. La mansione prevede che l’incaricato redistribuisca i dati fra le caselle del diagramma, {…}. Non divago: la manager indiana conosce del progetto il diritto e il rovescio, mi sta aiutando parecchio, ma ha ambizioni superiori e fretta di occuparsi d’altro.
Lunedí sera mi includeva in conversazioni tecnico-commerciali con distributori statunitensi. Martedí notte mi presentava a cinquanta sconosciuti: «Massi è il nuovo Facilitatore Globale per l’Aria Fritta».

Scena da un film, in cui Paola Cortellesi pronuncia una certa frase romana.

Ahhh… E sticazzi?

Il problema principale sarà trovare un equilibrio nelle otto ore giornaliere. In settimana ho delegato quanto possibile, e ho informato i miei sudditi che per un po’ li seguirò part-time e dovranno aiutarsi da soli. La mia capa, che mi è molto riconoscente e mi farà da backup, concorda che senza un aiuto in ore-uomo andrò in pezzi e la mia squadra con me, e domani discuterà varie soluzioni con il neo-direktøren e la vicepresidente in visita a Brno.
E a me cosa me ne viene? Non lo so (ancora). In termini economici, per ora niente. A breve termine, tanto stress. A medio termine, un nome all’interno dell’azienda. A lungo termine, un sostanzioso paragrafo per il mio curriculum. Se ne sarà valsa la pena, nei prossimi mesi lo scoprirò.

Píseň týdne ()

Touch and Go – Would You…?.

Come posso chiedertelo se te ne sei già andata senza salutare / {…} / se alla festa novembrina natalizia non ci sei neanche venuta, e almeno mi hai risparmiato la sofferenza dei bacini sulle guance da ubriaca.

Krajina in rovina ·

[Una bozza di adattamento.]

Burmia, Burmia, hnědá voda
známé kopce, jsem doma
kde cihlové mosty spadnou
a vykořeněné stromy plynou

i čas plyne, na prach mění
vše, co si děda cenil
domy, lesy, taky stezka
a ta bolest je mi blízká

[…] šedé, smutné vinohrady […]

Direktøren for det hele ·

{OMISSIS}

Píseň týdne ()

Briskeby – A Song to Whisper [Seba remix].

Ieri per noia ho dato un’occhiata al programma del Kabinet Múz per il weekend. “Seba… Seba… Questo nome non mi è nuovo.” Non sapevo fosse un legendární Drum&Bassový producent. Biglietti come sempre già esauriti, chissà se l’ha messa su.

Eufemismi ·

Quando mia nonna voleva dire che due giovani erano in corrispondenza di amorosi sensi, diceva a s’parlo, “si parlano”.
In ceco si dice chodí spolu, “camminano insieme”.

(“Lasciarsi” invece è rozejít se. Condoglianze a 1 dei miei 2,5 lettori.)

Píseň týdne ()

Graham Coxon – She Knows.

In anteprima nel programma pomeridiano di Steve Lamacq, canzone scritta per la seconda stagione di una serie Netflix su/per adolescenti, di cui aveva già curato la colonna sonora della prima. Terribile quella, in questa vorrei tanto che avesse fatto a meno del coretto lagnoso.

Abbracci ·

Una confezione di biscotti Abbracci.

Il Billa ha messo in vendita gli Abbracci del Mulino Bianco.
La targhetta sullo scaffale e lo scontrino alla cassa riportano “Cuor di mela” (???) ma sono gli Abbracci. La confezione è quella italiana, di ceco c’è soltanto un’etichetta sul retro con gli ingredienti e le informazioni nutrizionali. 79,90 CZK a listino, lo sconto promozionale è di 10,00 CZK. Tre euro per trecentocinquanta grammi. Non mi durano un weekend.

Poi ci sono quelli che non si possono comprare, inestimabili.

Píseň týdne ()

Franco Battiato – Cuccurucucù.

Gli Staat si ritirano dietro le quinte, le luci si accendono, il pubblico si disperde, io sono appoggiato al muro che sputo un polmone, dagli altoparlanti del Fléda parte un inatteso regalo.

«Divertiti!» ·

Stasera: Mick Harvey con Steve Shelley al Mersey Club.

Breaking Bad S01E01, Iggy Pop, Manu Chao.

Non so chi siano. Leggo che Mick Harvey ha fondato i Bad Seeds con Nick Cave, da cui si è separato dieci anni fa “per divergenze artistiche”, e che ha suonato con Polly Jean Harvey, che ha sposato e da cui ha preso il nome. Steve Shelley è stato il batterista dei Sonic Youth e suona con i Sun Kil Moon, band che è sempre molto fico citare e che io boh.
Numero di canzoni che riesco ad associare a ‘sti due tizi, che insieme fanno settant’anni di carriera rock: tre. Where the Wild Roses Grow, A Place Called Home, Dig, Lazarus, Dig!!!. Spero che il concerto non consista soltanto di cover in inglese di pezzi di Serge Gainsbourg perché il risultato è imbarazzante.
Ah, il Mersey chiude fra un mese per far spazio a un negozio di vestiario per yoga.

Mercoledí: De Staat al Fléda.

I miei cripto-nazisti preferiti.

Ci riproviamo dopo esserci persi la gran parte del concerto del gennaio 2017.

Hudební téma týdne ()

Davide “Boosta” Dileo – 1992.

Sto recuperando 1994, devo essere l’unico cui la trilogia di Sky Italia è piaciuta tantissimo, a partire dalla sigla. Ampio uso delle canzoni dei Blur nella colonna sonora, con qualche anacronismo.

Slovácko im Herbst ·

Il signor Václav giace sotto una lapide di marmo nero dal 1980. Fake Gingerbread accende un lumino e osserva per mezzo minuto la foto del nonno, poi si ridesta, e sotto lo sguardo sospettoso di una comare ci avviamo in silenzio verso l’uscita. Il sole tramonta rosso dietro la collina opposta, il cielo è terso, gli aerei lo tracciano come comete.
Il cimitero di Ježov circonda la chiesa che domina il panorama dei Chřibí, nello Slovácko: qui cominciano i Carpazi. Abbiamo prenotato cena, degustazione e pernottamento in una vineria del paese vicino, come team building annuale del reparto. Col passare dei mesi la lista dei partecipanti si è ridotta a circa la metà dei colleghi, della mia squadra c’è il solo Nový Guaglione. Sono saliti tutti in auto da Brno dopo il lavoro, io invece ho preso uno dei miei ultimi giorni di ferie per vagare un po’ nella regione con i mezzi pubblici.
L’autobus che porta a Skalka è il 666, ed è pieno di studenti che tornano a casa da scuola. Kyjov è la cittadina che fa da centro di questi colli spopolati ed è intrisa di cattolicesimo: ci sono chiese e croci a due bracci dietro ogni angolo, nella piazza del mercato si vendono fiori e corone per i dušičky. Di Kyjov è uno dei costumi popolari piú famosi, e qui si svolge ogni quattro anni un festival del folklore locale che in estate ho colpevolmente snobbato.

Un coloratissimo murale che pubblicizza lo Slovácký rok e ritrae le figure stilizzate di tre uomini e quattro donne in costumi tipici della regione.

I vini degustati non sono granché. Il sommellier parla di “diversi criteri” in uso in Francia e in Italia, e mi sembra che parli proprio dell’aggiunta di zucchero al mosto. Me ne sto zitto.
Al mattino sono il primo ad andarmene. Nel cortile c’è uno ptáček che ha stirato le zampe, sulla provinciale c’è uno ježíček stirato da un’auto. L’autobus verso valle è vuoto. Gli uomini di Ježov stanno spogliando un tronco della corteccia per farne un ultimo albero di maggio fuori stagione. Io ho mal di gola e mi sta salendo la febbre.

Píseň týdne ()

Saténové ruky – Gravitácia.

Per nessun altro motivo se non che sta passando su Rádio_FM mentre scrivo, e che mi piace assaje. O gravitácii rozhodujú fyzici, čiže ľudia odtrhnutí od reality.

Super happy ·

Beruška si è messa a piangere cosí, di botto. “Cosa le ho detto di male?” Era in corso il nostro incontro faccia-a-faccia mensile, la stavo lodando e le prospettavo la promozione a fine anno. Mi aspettavo una diversa reazione.

– Sono incinta!

Abbiamo esaurito i fazzoletti e siamo tornati alla scrivania. Era alla fine del secondo mese, un po’ presto per rendere la notizia pubblica; abbiamo atteso la visita medica di fine primo trimestre e abbiamo dato l’annuncio alla squadra in settimana. Sarà un’altra bimba, nascerà ad aprile, sono super happy.

In Repubblica Ceca esiste un congedo di maternità che inizia fra le otto e le sei settimane prima del parto, dura ventotto settimane (trentasette per parti gemellari), ed è retribuito al 70% dello stipendio. Successivamente esiste un congedo parentale che può durare fino al compimento del terzo anno di età, ed è remunerato dallo Stato fino a un importo massimo di 300,000 CZK. Anche il padre può accedere a un mini-congedo di sette giorni nelle prime sei settimane di vita dell’infante, e subentrare nel congedo parentale al posto della madre. Durante la gravidanza e i congedi la madre non può subire richiami né essere licenziata. Al termine del congedo di maternità ha diritto a tornare alla medesima occupazione, mentre al termine del congedo parentale ha diritto a tornare a un’occupazione equivalente.

Oltre a Beruška sono incinte a vari stadi la collega boscaiola e la collega slovena: ciò comporta una sensibile riduzione del consumo di alcolici a breve termine ma un aumento del QI globale a lungo termine, sono davvero super happy per loro e per il mondo.

Píseň týdne ()

Elbow – White Noise White Heat.

Disgraziatamente il nuovo album non è lontanamente all’altezza dell’ultimo singolo, ma neanche dei due precedenti.

Tortellini al prosciutto ·

Mentre questo post viene pubblicato, io sono in qualche locale del centro a vedere l’ultimo Derby d’Italia con il collega siriano. Ieri sera, nella čajovna siriana di Brno, ha raccontato a me e a Ramón i dettagli del suo addio: va a lavorare nell’ufficio vendite della filiale belga di un’azienda italiana, per poi probabilmente trasferirsi già a gennaio nella casa-madre in uno sperduto paesino di Romagna.
L’azienda è del settore siderurgico-meccanico ed è molto conosciuta per essere sponsor di una squadra di ciclismo che importa corridori sudamericani nell’élite europea. È la classica azienda a gestione familiare: la nuova capa del collega siriano è la nipote del fondatore e figlia del titolare, neolaureata in marketing. Non gliel’ho detto, ma temo che rimpiangerà la burocrazia e inefficienza della nostra multinazionale americana.

– Ma tu pensi davvero di restare?

A settembre l’agenzia di servizi per expat migranti ricchi InterNations si è fatta pubblicità rendendo noti i risultati di un suo sondaggio sui migliori Paesi di destinazione per migranti ricchi expat. La Repubblica Ceca si è classificata al decimo posto al mondo, terza in Europa dopo Portogallo e Spagna. I partecipanti al sondaggio hanno indicato come aspetti negativi della Cechia la lingua e la popolazione poco amichevole, come aspetti positivi le possibilità di carriera e l’equilibrio fra vita privata e vita professionale. Niente di nuovo: la lingua è un ostacolo difficile per l’integrazione con i locali, e i Cechi hanno un’attitudine cosí rilassata verso il lavoro che stranieri mediamente impegnati risaltano come brillanti sgobboni.
In questo sondaggio l’Italia è sessantatreesima su sessantaquattro nazioni: ultima per tutto quanto concerne l’occupazione, e ben sotto alla Cechia per qualità della vita.

Non ho opinioni politiche da trarre da tutto ciò.

Vysílání týdne ()

Karel Gott.

Radio Prague International – In memoriam: Karel Gott, the ‘Bohemian nightingale’.

Nella notte fra martedí e mercoledí è morto zemřel Karel Gott, simbolo della cultura pop di sessant’anni di Cecoslovacchia. Sogno bagnato delle adolescenti, poi pupazzo del regime, infine idolo delle tardone. Gran trombeur des femmes (cit.), popolarissimo in tutta Europa Centrale. Come Domenico Modugno, Gianni Morandi, Adriano Celentano, Albano Carrisi e Toto Cutugno frullati in un unico individuo. Funerali di Stato sabato prossimo a Praga.

Skácelova → Záhřebská → Přívrat ·

Ero uscito da francese dopo una giornata in panciolle, e attendevo il bus verso casa mentre effluvi di cipolla rossa salivano dai tre quarti del sandwich avanzato a pranzo che tenevo nella borsa con gli esercizi. L’iPod era sotto il sandwich, perciò non avevo le cuffie indosso. Alle mie spalle ho sentito parlare italiano: una coppia non proprio nel fiore degli anni si era avvicinata alla palina della fermata e leggeva gli orari, in apparenza con qualche difficoltà. Turisti diretti a perdersi. Ghe pensi mi. «Buonasera. Avete bisogno?»

Non hanno bisogno, sanno bene dove sono diretti – soltanto a due fermate di distanza – ma grazie per essermi interessato. Se lavoro qui? Nel Parco Tecnologico. Anch’io all’IBM? Sono uno dei pochi italiani che non. Hanno sentito che la mia azienda paga bene? No, ma almeno i ritmi sono tranquilli. Vivono qui da cinque anni? Be’, piú a lungo di me, mi scusino di aver pensato fossero turisti. Ho imparato il ceco? «Trochu, ale nestačí.» Dove vado? A Jundrov, ed ecco il mio autobus. Se sono due fermate, allora è anche il loro autobus.

È una coppia mista: lei ceca, alta e magra sui sessanta; lui italiano, ingobbito e ingrigito sui settanta, è un pensionato e chiede permesso di sedersi.

Come mi trovo a Brno? Benissimo, vengo da una città che si chiama Alessandria ed è morta. Mi capisce? Ah, lei è delle mie parti! Posso chiederle di dove?

– Sono di Biella.

(LOL.) Certo, per un pensionato abituato all’Italia la vita qui non è semplice.

– E noi siamo religiosissimi, ma questi di qui proprio non ci sentono!

A Žabovřesky, a due passi dalla loro fermata, c’è la chiesa dei Salesiani, sottinteso che dove ci sono i Salesiani c’è il Piemonte, la conoscono?

– Sí, ma noi non siamo Cattolici, noi siamo Testimoni di Geova.

(LOL. Soltanto ora noto il borsello a tracolla.) Hanno appena edificato una grande chiesa a Komárov, e in quella vecchia a Husovice tengono funzioni in italiano e spagnolo. Se voglio andarli a trovare… (E ora ricordo i volantini recapitati nella cassetta delle lettere, scritti in italiano con grafia femminile e sintassi ceca: eccone l’autrice davanti a me.) Mi dispiace ma io sono come “questi di qui”, anche se le mie colleghe in realtà sono religiosissime.

– Eh, faccia attenzione alle colleghe, mi dia retta!

Ammicca indicando la moglie, mi stringe la mano, salutano e scendono.

Píseň týdne ()

Standaband – Zlatý údolí.

Cover di country ceco in piazza e vino rosso moravo di scarsa qualità nel bicchiere, perché ci provano con passione sincera ma non ci riescono.

Houby ·

Martedí sera ero impegnatissimo a pulire bagno e cucina, e a lavare il pavimento. L’avviso nella bacheca del panelák annunciava la visita del revizor plynu per il tardo pomeriggio di mercoledí. L’anno scorso era passato mentre ero in Italia, e ri-organizzare un controllo era stato una pena, fra e-mail e telefonate. Avevo chiesto alla padrona di casa di presenziare, e non avevo capito niente di quel che si dicevano: non era soddisfatto del fornello piccolo, che fa fatica ad accendersi, ma comunque aveva rilasciato il suo certificato.
Quest’anno la padrona di casa era in vacanza in Croazia (è sempre in vacanza). Sono uscito presto dall’ufficio e mi sono messo ad aspettare alla finestra aperta, nervosissimo. Puzza di fritto saliva da un altro appartamento.
Verso le cinque il revizor ha bussato, si è tolto le scarpe, è entrato e si messo a parlare a macchinetta. Gli ho mostrato il contatore del gas in bagno, il rubinetto e il piano cottura. L’uomo continuava a parlare di houby, “funghi”. Oddio, pensavo, ho una coltura di botuli in casa e non l’ho mai notata? «Eh sí, devo pulire.» «Come?» «Devo pulire!» Questa volta non ha provato i fornelli, ha detto che andava tutto bene, ha preso i dati e ha salutato.
Niente funghi vicino al contatore, parecchia polvere ma niente funghi dietro al forno.
L’ex-collega mantovano mi ha fatto notare che questa è stagione di funghi, e che il revizor probabilmente aveva fame e stava apprezzando l’odore di fritto che entrava dalla finestra.

Stamattina invece sono entrato da Erotic City a comprare un dárkový poukaz per le nozze della collega chiacchierona. La commessa ammiccando mi ha proposto anche l’acquisto di uno stimolatore clitorideo, ho risposto «nepotřebuju», chissà come l’ha interpretato.

Píseň týdne ()

Cream – Sunshine of Your Love.

Scusa Eric Clapton, non sono un Guitar Hero: anche un riff semplice come il tuo è troppo difficile per me.

El Clásico ·

A Brno non gioca soltanto lo Zbrojovka. Ogni quartiere ha la sua squadretta di calcio: c’è l’FC Medlánky, c’è l’SK Jundrov… Dietro casa mia, già in territorio di Komín, ha il suo bel hřiště con vista sul fiume l’SK Svratka.
Non sapevo che la compagine del quartiere popolare di Líšeň, nell’est della città, avesse scalato la piramide ceca fino ad arrivare al terzo livello, ovvero al campionato moravo-slesiano. Che l’anno scorso ha dominato, guadagnandosi la promozione in Lega Nazionale, dove ancora galleggia lo Zbrojovka.
Il derby si è giocato alle 13 di ieri. Non era la prima stracittadina professionistica brunense, ma era la prima dell’era moderna, ed è stata ridicolmente ribattezzata “El Clásico”.

La tifoseria del Líšeň nel settore ospiti dello stadio.

Ben undici chilometri di trasferta per i fanoušci biancoblú del Líšeň.

La polizia ha trattato l’incontro come qualunque altro, e ha vietato ai tifosi ospiti di sedersi fra gli Zbrojováci. Quando ho letto che era prevista un’ampia affluenza, ho deciso di andare allo stadio già all’apertura dei cancelli, a mezzogiorno. Ho pranzato con klobása e limonáda mentre il mio caro settore N si gremiva di spettatori occasionali come me: bambini e papà, nazisti, un ragazzino con la divisa biancoscudata del Parma e “Cassano 99” sulla schiena.

Dopo sette giornate le due squadre erano sorprendentemente appaiate al settimo posto, anzi il Líšeň era davanti allo Zbrojovka per gol segnati: anche quest’anno facciamo fatica a carburare, benché gli scommettitori continuino a darci per favoriti alla promozione diretta.
La partita è stata al solito bruttarella, col Líšeň piú interessato a costruire che a difendere, e lo Zbrojovka impegnato in contropiede (in casa, contro una neopromossa). In contropiede è arrivato il gol del nostro vantaggio a metà del primo tempo; in rovesciata è arrivato il gol della nostra vittoria a fine incontro. Nel mezzo abbiamo assistito a un epico duello in fascia fra il nostro terzino sinistro, capitano attaccabrighe a fine carriera, e la loro ala destra, un giovanotto gabonese con licenza di svariare al centro. Se poi l’arbitro avesse visto il palese fallo da rigore del nostro portiere (neolaureato) sul loro centravanti, el Clásico brněnský sarebbe finito piú giustamente 1 a 1.

Píseň týdne ()

Flowered Up – Weekender.

Mi piacciono calcio e musica, ma non ho mai capito né la cultura rave né la cultura ultras.

This past week ·

Quando la manager non c’è, i team leader ballano – Un’assunzione – Un licenziamento – Camallo sotto la pioggia – La direttrice globale va in pensione – Tramonto sui tetti – Telefoni poltergeist – Můj nový ******* učitel francouzštiny – Chicken tikka masala – Buongiornissimo, Javaaa? – Una gravidanza desiderata – L’insoutenable légèreté de l’être – Braccia restituite all’agricoltura – +1 – Buon compleanno Z – Motýl – Rom-com slovena

Svolgimento:

Píseň týdne ()

The Radio Dept. – This Past Week.

It has been a strange one.

Monkey business ·

Ai primi di luglio l’impiegata dell’ufficio del personale mi ha chiesto un incontro per «cambiare la nostra strategia». Io fra me pensavo “ma quale strategia, pubblica l’annuncio da qualche parte dove lo leggano e girami tutti i CV che ricevi, e smettila di offrire posti alternativi a Majka ché già faccio fatica con due autistiche e mezza”. L’incontro è avvenuto per caso sull’autobus: il cambio di strategia si è risolto nel rivolgersi a un’agenzia interinale, al modico prezzo di tre mensilità lorde del neoassunto da addebitarsi al mio reparto.
Nel giro di due giorni l’agenzia interinale recapitava il CV di un quarantaduenne brunense, insegnante di inglese e francese in scuole di lingue per professionisti, con brevi esperienze anche nel centralino inbound di due note aziende locali. In calce al CV l’agenzia chiariva che il tizio si era rotto il cazzo stancato di fare l’insegnante e cercava un impiego stabile.

Mi aspettavo un uomo ingrigito e serioso, mi è arrivato un finto-giovinotto sudatissimo «di ritorno da un campo estivo di swing». Inglese perfetto, non ho voluto valutarne il francese. Ha fatto l’insegnante in scuole private per dodici anni prima di rompersi il cazzo stancarsi una prima volta, mollare tutto e volare in Colombia «dove si suona la musica [di chitarra] che mi piace». Finiti i soldi è tornato a Brno, ha trovato lavoro prima in un call center per tre mesi, poi in un altro per sei: «non so gestire lo stress». Cosí ha ricominciato a lavorare come insegnante per qualche altro anno, poi si è rotto il cazzo stancato una seconda volta. «Devi dare il preavviso?» «No no, mi sono già dimesso.»
Un tizio che a colloquio dichiara di non saper gestire lo stress e di essere andato in burnout due volte può trovare un’occupazione in pochi posti, fra cui il mio ufficio. Il secondo round si è svolto quando ero in vacanza: è piaciuto a tutti quelli con cui ha parlato, e soprattutto ha passato il test. Gli è stata inviata l’offerta, l’ha firmata e rispedita immediatamente.
L’impiegata dell’ufficio del personale si è dimenticata per giorni di farcelo sapere.

Ho fatto creare il suo account, ho ordinato il laptop e il telefono, gli ho già scritto troppe e-mail e ho già fissato i nostri incontri settimanali fino a fine anno. Ho persino spolverato la sua scrivania, accanto a Mária che gli farà da mentore. Comincia domattina.
Fingo di essere preoccupato che domattina non si presenti. In realtà sono terrorizzato dal pensiero di doverlo licenziare presto, se in America faranno due conti e decideranno che secondo i loro criteri siamo in troppi. Accetterebbe il trasferimento in un altro reparto? E se lo raccomandassi alla mia ex-capa Eva, perché lo piazzi nell’azienda dove fa la manager oggi? Anche loro cercano poliglotti, no? Dovrei soltanto tacere quel problema dello stress…

Questo pomeriggio, picnic di addio a Ramón che va a farsi pagare la siesta in centro città.

Píseň týdne ()

Cristina Donà – Torno a casa a piedi.

Nel mio quartiere c’è un buco dove di recente non riesco a fare a meno di cadere.

Scimmie ·

{OMISSIS}

Il CV che mi ha fatto pervenire era quello di un trentenne moravo, plurilaureato in lingue e letterature straniere, in procinto di prendere una terza laurea, ma senza alcuna esperienza lavorativa. Mária mi aveva assicurato che era molto intelligente, ma aveva accennato a certi suoi commenti sugli Slovacchi che vengono in Cechia a studiare perché costa meno. Io ero comunque molto ottimista: ce l’avrà mezzo cervello, no?

Si è presentato al colloquio con venti minuti d’anticipo. {…} Era metà giugno e c’erano trenta gradi, lui era vestito con un completo da dandy su cui spiccava una cravatta arancione dal nodo enorme. Gli ho chiesto in italiano come avesse imparato la mia lingua: con un’intonazione molto affettata che ha mantenuto per tutta l’ora seguente, ha risposto che legge Dante e Boccaccio. E parla pure latino, perché legge Tacito e Ovidio!
Ha esordito affermando che non avrebbe sopportato di lavorare in una squadra «con donne che fanno gossip». L’ho rassicurato che nella squadra il gossipparo sono io, e gli ho chiesto come si sarebbe trovato con capi donne (che da noi abbondano). Ha abbozzato, e ha citato come esempio positivo la direttrice dell’ospizio in cui ha fatto volontariato… che è sua zia. Circa l’attitudine al lavoro in gruppo, canta nel coro della Cattedrale, di cui è senza dubbio il migliore. Riguardo all’impiego e al misero salario offerto, li avrebbe accettati volentieri, benché con i suoi contatti avesse la possibilità di essere assunto come insegnante nella piú prestigiosa scuola privata di Brno, o di fare carriera diplomatica in ambasciata a Bruxelles.

– Sono il Marchese di *******.
– (Ma gavte la nata!)

La capa di Centro è una persona seria e posata, ed è stato in termini molto circostanziati che mi ha consigliato di non invitarlo per il secondo round. Intanto mi trattenevo a stento dallo scoppiare in una risata isterica, e dall’affermare che non avrei mai e poi mai assunto un misogino da stereotipo che si crede stocazzo e non ha ancora risolto la propria identità (non soltanto sessuale).

Allargando sempre piú la maglia del setaccio dei candidati, ho dato una grande occasione a una bulgara trentacinquenne che era arrivata da giorni in Repubblica Ceca e si presentava come insegnante freelance di inglese e francese. So benissimo che nel gergo dei curriculum “freelance” = “disoccupato”, ma temo che questa resterà freelance a vita. Mária ne ha valutato il francese con una smorfia reticente, io ho avuto l’impressione che non mi capisse in nessuna lingua. A qualsiasi domanda rispondeva con una risposta prefabbricata che si era studiata a memoria leggendo le guide online ai colloqui di lavoro. Quando non sapeva cosa rispondere, balbettava qualcosa e poi “defaultava” a un’altra risposta prefabbricata che non c’entrava niente con la domanda.
Il motivo per cui non l’ho invitata al secondo round è però molto piú prosaico: indossava un paio di occhiali da vista che mi ricordavano quelli di mia nonna, non soltanto per la foggia, ma per i due strati di sporco sulle lenti.
All’ufficio del personale ho raccomandato di non considerarla per nessun’altra posizione.

All’interno dell’azienda non ero l’unico alla ricerca di un mangiaranofilo. Nel caso in cui piú reparti cerchino candidati con caratteristiche simili, è prevista una sorta di passaparola la cui procedura è stata definita l’anno scorso da Evička nel “programma talento”.
Eppure nessuno dell’ufficio del personale mi ha avvertito che l’ufficio hardware aveva scartato un italiano quadrilingue soltanto perché temevano se ne sarebbe andato dopo un anno: gli ho telefonato di persona, aveva già trovato altro. Cosí come nessuno mi ha avvertito che dal centralino se ne andava una mangiaranofila slovacca, stanca di essere il punching-ball di clienti franciosi incazzati: sono corso a parlarle durante la sua ultima pausa pranzo, si è detta interessata e poi è scomparsa.

In settimana {…} sono passato a salutare il collega siriano che ormai vive in centralino (con straordinari pagati). Discutendo in italiano della carenza cronica di personale poliglotta (lui di mangiaranofili ne sta cercando due), mi ha accennato che di recente ha tenuto a colloquio un’insegnante freelance bulgara dal pessimo francese.

Infine io una nuova scimmia l’ho trovata e assunta. Se si presenta, comincia a settembre.

[Continua…]

Vysílání týdne ()

Annie Mac.

BBC Radio 1 – Radio 1’s Dance Party with Annie Mac.

Ex falso quodlibet.

Noccioline ·

C’è quel proverbio inglese o americano per cui “se paghi in noccioline, trovi scimmie”.
La ricerca della mia scimmia francofona è iniziata il giorno in cui sono passato di grado: l’annuncio è stato approvato dalle alte sfere e pubblicato sul nostro portale, e al caso è stata assegnata un’impiegata (neoassunta) dell’ufficio del personale.
Cercavo un primate con mezzo cervello. Sono serviti tre mesi interi.

Il processo per l’assunzione nel mio ufficio è diviso in tre stadi: una normale conversazione conoscitiva fra il candidato e il caposquadra, in compresenza di un altro caposquadra o di un collega esperto; un test scritto di comprensione delle mansioni basilari, e della capacità di comporre un’e-mail di lavoro; una conversazione finale fra il candidato e la caporeparto. Se è richiesta la conoscenza di una lingua oltre all’inglese, il candidato è sottoposto a una breve conversazione preliminare in tale lingua.

La prima candidata cui ho fatto un colloquio è stata una slovacca di Žilina, neolaureata in non-ricordo-cosa, che ho ribattezzato “Marotta” perché guardava con un occhio me e con l’altro occhio la mia collega all’altro lato del tavolo. Sembrava avere deficit comunicativi (un tratto comune nella mia squadra), ma niente m’impediva di invitarla al secondo round. Il secondo round è stato inconcludente, e volevo davvero assumere l’ennesima autistica?

La seconda candidata è stata una carina e simpaticissima ragazza francese, che lavorava con mansioni simili in una multinazionale di cui sento sempre peste e corna e da cui voleva fuggire. Una sua ex-collega che ora è da noi me l’aveva caldamente raccomandata, ed era perfetta. Ben sapendo di essere perfetta, mi ha chiesto uno stipendio che non avrei potuto darle prima di due o tre anni, e non ha accettato il mio invito al secondo round.

Ogni tre giorni sollecitavo l’impiegata dell’ufficio del personale di girarmi ogni CV che riceveva, e di contattare i candidati piú promettenti. Molti di coloro che inviavano curriculum poi non si facevano trovare al telefono. Qualcuno cancellava il colloquio all’ultimo minuto.

La terza candidata l’ho invitata perché abitava nello studentato del parco tecnologico: una ragazza del Mali, laureata in Fisica Applicata (!) a Bamako, laureanda in Tecnologie della Comunicazione al Politecnico brunense. Né il suo inglese né il suo francese erano stellari, ma a) era una fisica b) cercava un impiego in Cechia per mantenere suo figlio in Africa, dove l’aspettava un padre violento. Al termine del secondo round non ero neppure sicuro che capisse cosa le dicevo e cosa doveva fare, ma ho voluto presentarla alla caporeparto per un ultimo disperato tentativo di auto-convincermi di poterla assumere. A malincuore ho comunicato all’ufficio del personale di scartarla.
(Fra parentesi: ho chiesto di controllare, ma sospetto che non avesse il visto di lavoro.)
(Fra parentesi: come c’è differenza fra una laurea a Cambridge e una laurea all’Avogadro, c’è differenza fra una laurea all’Avogadro e una laurea a Bamako. Avere una laurea di per sé non significa niente; non avere una laurea significa qualcosa.)

{OMISSIS}

[Continua…]

Píseň týdne ()

Genio & Pierrots – Ciapa la galeina.

Una delle poche cose che mi mancano dell’Italia è L’ispettore Coliandro, che sto recuperando in streaming pirata perché Raiplay è geobloccato. Il terzo episodio della settima stagione ha tutto: Coliandro che balla il liscio alle Cupole, una gnoccolona svampita, Cesenatico d’inverno, Iva Zanicchi nei panni della pluriassassina. Ma l’interpretazione da Oscar è del cantante Genio.

Sassenach! ·

Se fossi uno di quei tanto decantati direttori artistici, lancerei un nuovo format televisivo per l’intrattenimento delle masse italiche nella lenta stagione estiva. Governomercato: ogni prima serata in simulcast Rai 1 / Sportitalia, Francesco Giorgino e Jolanda De Rienzo conducono una tribuna politico-sportiva per informare sulla crisi di governo e sul mercato dei calciatori (o sulla crisi del calcio e sul mercato dei politici).
Ospiti in studio: Ferruccio de Bortoli, Bobo Vieri, Ursula von der Leyen, Wanda Nara. Ospiti in collegamento: Sara Gama, Giorgia Meloni, Claudio Marchisio, Matteo Salvini con indosso la maglia del Napoli. Tema: la Juventus come ultimo bastione della democrazia liberale.
(Purtroppo Giampiero Mughini ha un’esclusiva con Mediaset.)

Píseň týdne ()

Jada e… le Dolci Note – Medley Sofia / Una vita in vacanza.

Le cantano tutti e mi sento malissimo.

Cartoline (4) ·

Scritta su muro, in enormi lettere nere: «VAFFANCULO».

Criptico ed ermetico messaggio fuori dal liceo già frequentato da Umberto Eco.

Una bella figura femminile vestita di verde, una bella figura femminile vestita di bianco, una brutta figura maschile vestita di rosso, tutte e tre con il volto coperto da un emoji.

Majka, Beruška, io, barevný pátek, mensa aziendale.

Cartello appeso a una fermata dell’autobus, con logo della circoscrizione: «Milí cestujicí, ještě v úterý 16. 7. 2019 zde stála červená lavička, kterou sem nainstalovala městská část. Přes noc zřejmě ožila a rozhodla se přemístit na nějaký soukromý pozemek. Velice se omlouváme, ani v nejmenším jsme netušili, čeho je taková lavička schopná. Budeme doufat, že se její zelenožlutá kamarádka nebude cítit příliš osaméle a nedá všechny čtyři nohy na ramena a nenajde si i ona místo u někoho doma na dvorku. Kdybyste náhodou u svého souseda novou červenou lavičku zahlédli, okamžitě nás na úřadě informujte. Dojdeme si pro ni. Ivana Fajnorová, starostka».

«Gentili viaggiatori, fino a martedí qua c’era una panchina rossa installata dal quartiere. Durante la notte apparentemente ha preso vita e ha deciso di spostarsi in un qualche terreno privato. Siamo molto spiacenti, ma non avevamo la minima idea di cosa fosse capace una panchina del genere. Speriamo che la sua amica gialloverde non si sentirà troppo sola, e non si metterà tutte e quattro le gambe in spalla, e non si troverà pure lei un posto nel cortile della casa di qualcuno.» (Non è l’unico furto avvenuto a Jundrov.)

Out of Office ·

Caro lettore,
  dal 28 luglio al 10 agosto sarò in vacanza in Eatalia; farò ritorno a casuccia mia a Jundrov nelle ore antelucane dell’11 agosto, perdendomi perciò la doppietta di Jon Hopkins al Fléda e Jana Kirschner in piazza dei Domenicani.
  Durante il soggiorno in Eatalia potrei come non potrei essere raggiungibile via cellulare, e-mail e piccione viaggiatore, ma comunque non è detto che risponda.
  In mia assenza questo blog sarà in autogestione. Il contenuto eventualmente pubblicato sarà stato generato da una AI di fabbricazione russa di cui non ho la password.
  Cordiali saluti / Cordialement / Kind regards,

Vaso con un misero bastoncino che spunta dalla terra. Un biglietto infilato nel vaso dice: «Everybody should get second chance».

La Luna di traverso ·

Chi non crede allo sbarco sulla Luna è un coglione.
Se un politico non crede allo sbarco sulla Luna è necessario dargli del coglione in pubblico e senza timore di denunce, perché è un politico pericoloso; nel collegio dove si candida è opportuno impostare la campagna elettorale dandogli del coglione a ogni singolo comizio, affinché gli elettori colgano il messaggio. Se poi gli elettori lo votano, amen, il darwinismo farà il suo corso.

Astronauti e cosmonauti non sono semplicemente “eroi”, sono eroi con una preparazione tecnico-scientifica mostruosa, sia accademica sia militare. Per andare “lassú” non basta avere un fisico da attore hollywoodiano e non è sufficiente avere un animo poetico, servono anni di lavoro al fine di sapere sempre esattamente cosa si sta facendo. Molti di questi eroi si sono salvati il culo da soli, riparando o manovrando da sé le navicelle in cui viaggiavano a centinaia di chilometri d’altezza e a decine di migliaia di chilometri all’ora.

A meno che non sia la propria madre, figlia, sorella, compagna o amica, non è “Samantha”, è la stracazzo di capitano Cristoforetti.
(Cosí come non è “Carola”, è la stracazzo di capitano Rackete.)

Píseň týdne ()

Hefner – Alan Bean.

Alan Bean è stato la quarta persona a camminare sulla Luna. Si laureò in ingegneria aeronautica, fu pilota collaudatore, comandò lo Skylab, e aveva un animo poetico. Quando lasciò la NASA si dedicò a dipingere paesaggi e instantanee dell’esplorazione lunare secondo la sua sensibilità. Croste, eh!

Can you patter Romany? ·

Tre anni fa, al termine della settimana del mio felice colloquio, organizzai in fretta e furia la visita a un monolocale in affitto in via Bratislava. Erano le nove e mezza del mattino ma c’erano trenta gradi, trascinavo un trolley, mi persi due volte e arrivai all’appuntamento con l’agente immobiliare e la proprietaria con venti minuti di ritardo, tutto sudato.
Il carinissimo monolocale era all’interno di un palazzo rifatto da poco e vi si accedeva per un labirinto di bui corridoi. La proprietaria – una russa venticinquenne assai simpatica – si trasferiva a vivere con il suo fidanzato palestrato e affittava l’appartamento a un canone del 10-15% piú basso dei prezzi di mercato.
Scelsi Medlánky perché molto piú vicino al lavoro. Soltanto mesi dopo capii perché l’affitto della russa era cosí basso: via Bratislava è al centro del quartiere zinchero.

In Cechia i Rom sono circa 250,000 (molto piú che in Italia). Della loro storia non so niente: leggo sul sito di Radio Praga che la popolazione precedente fu decimata dall’Olocausto, e che l’attuale si stabilí dai Carpazi nelle città cecoslovacche quando il regime comunista ne forzò l’occupazione nelle fabbriche e la stanzialità. Di fatto furono creati “ghetti” come quello di Zábrdovice a Brno: una qualità della vita (quasi) secondo gli standard socialisti in cambio dell’assimilazione totale, e della totale dipendenza dallo Stato fra lavoro e sussidi. Come conseguenza, anche da queste parti i Rom sono considerati parassiti e sono oggetto di campagne d’odio; la qualità della loro vita è rimasta agli standard socialisti di un tempo.

La gran parte di loro è riconoscibile dal colore della pelle, che ne ricorda l’origine indiana. In tre anni ne ho visti molti ma non ne ho conosciuto nessuno, viviamo in mondi differenti. Una volta alla Lidl ho incrociato una cassiera brunastra: era entrata nell’ascensore sociale? Un’altra volta un gruppo di spazzini con la pettorina “Lavoriamo per Brno–Centro” è salito sul tram 1 con tutto il carrettino degli attrezzi, scandalizzando gli ariani; sono scesi dopo quattro fermate. Ieri in libreria al centro commerciale una donna in tuta ha chiesto a una commessa un libro sui tarocchi.

Ho già scritto del tizio che domenica scorsa mi urlava contro dal balcone in una lingua a me incomprensibile: ho preferito cambiare marciapiede a causa di un precedente lolloso.
Erano le sei di una sera di novembre di due anni fa, l’amica veronese si era rotta un braccio facendo yoga acrobatico (?) ed era stata ricoverata in un ospedale che non sapevo se fosse quello a un’estremità o all’altra del ghetto. Ero entrato nel primo, l’avevo perlustrato, non l’avevo trovata, e stavo camminando verso il secondo percorrendo proprio via Bratislava. Davanti a me avevo una donna che si girava a controllarmi ogni quattro passi, nonostante fossi vestito bene e avessi un laptop appeso alla spalla (non esattamente l’identikit di uno stupratore). A metà della via, fra le risate, fra me e la donna piovve un pannolino pieno che andò a spiattellarsi sul marciapiede, fortunatamente senza rilasciare il suo contenuto. Non dovetti accelerare il passo perché andavo già di fretta.
(Entrai nel secondo ospedale da un ingresso non sorvegliato, lo perlustrai, non la trovai. Tornai al primo, vi entrai da un ingresso non sorvegliato, salii sei piani di scale, la trovai. Le visite erano terminate da due ore, nessuno mi disse niente. Scoprii poi che il secondo era il vojenská nemocnice, l’ospedale militare. Va tutto bene, esercito ceco.)

Píseň týdne ()

Chubby Checker – Limbo Rock.

È finita la settimana in cui mezzo Výstaviště viene affittato dagli ex-sodali del marito di Majka. «Vuoi venire?» Per una qualche associazione di idee siamo finiti a parlare di quando Joseph Ratzinger ha “abolito” il Limbo. «Cosa?» «Il Limbo!» «Cos’è?» «Il luogo dove finiscono i bambini morti non battezzati, e i profeti morti prima della venuta di Cristo!» «Vuoi dire il Purgatorio?» «No, il Limbo!» «Chiedo a mio marito.» Neanche lui ne sapeva niente. Le ho fatto leggere le pagine di Wikipedia in ceco e in slovacco. «Ma non ha senso!» «Non scrivo io le regole…» Mi sono alzato fischiettando il famoso motivetto, pensando che la mia cara catechista non l’avrebbe ammessa alla Prima Comunione.

(Sociální) výtah ·

Martedí mattina l’ufficio del personale ha inviato a tutti i supervisori, in barba alla GDPR, tutti i risultati dei corsi di lingua aziendali di tutti i dipendenti. Secondo la mia insegnante ho cominciato l’anno come “A2-” e l’ho terminato come “A2”. Non ne ero troppo convinto, poi lo stesso pomeriggio ho incontrato la mia prima insegnante in fila alla cassa del Billa, e abbiamo avuto una conversazione in ceco fluentissima ed eravamo entrambi assai contenti.

Stamattina ho sceso le scale con il sacchetto della spazzatura appeso alle dita. Il vetusto ascensore del panelák è stato smontato in settimana, verrà sostituito entro metà agosto, nell’intero palazzo si respira limatura di ferro. Al terzo piano ho incontrato una delle due vecchiette che curano l’aiuola di fronte, quella carina e sorridente con il caschetto biondo, cinquant’anni fa doveva essere uno splendore di giovane socialista, mi ha rivolto la parola e mi ha detto qualcosa tipo che l’assenza dell’ascensore ci mantiene sportivi. Sul marciapiede chiacchieravano la mia vicina di pianerottolo con la sua solita giacchettina grigia, e un’altra vecchietta che incrocio a ogni ora mentre porta a spasso il suo Jack Russell, le ho salutate.

L’autobus 67 mi ha lasciato davanti a Villa Löw-Beer, dove è in corso una mostra sulla storia del tessile brunense (eh, qualcosa mi è rimasto). Mi sono fatto largo fra gli anziani in gita che ascoltavano attenti la loro guida turistica e ho sbattuto contro il portone sprangato. Gentili visitatori, nei giorni dal 1° al 7 luglio l’intera area della villa sarà chiusa per lavori. Grazie per la comprensione.

Camminando a casaccio, dal ricco e borghese Černá Pole al quartiere zinchero è un attimo. Al primo tizio che dal balcone mi urlava contro in hantec-romština sono saltato sul tram 4 che passava, e vi sono rimasto seduto fino al capolinea di Kraví hora (it’s windy there, and the view’s so nice). Scendendo dal Wilsonův les ho scoperto dove sta Villa Stiassni, che era aperta e totalmente priva di visitatori. Ho pranzato fuori e sono tornato a casa a leggere.

Píseň týdne ()

The Beatles – Norwegian Wood (This Bird Has Flown).

A due terzi del romanzo omonimo di Haruki Murakami, pubblicato nell’87 ma in gran parte ambientato nel ‘69, sono a chiedermi quanto siano credibili personaggi della classe media giapponese che parlano di sesso e suicidio in modo molto americano, senza reticenza né pudicizia.

Mezizubní kartáčky ·

{OMISSIS}

La direttrice globale si è scusata: «Ti sto portando via l’impiegata migliore!» «Eh.»
Sono ormai due mesi che sto cercando il rimpiazzo di me stesso – qualcuno cui piacciano sia le rane sia gli spaghetti – {…}.

{OMISSIS}

Píseň týdne ()

Burial – Claustro.

Arrivo con un mese esatto di ritardo: sí che è un gran pezzone 2-step / UK garage, ma è un gran pezzone buono per vent’anni fa, un riuscito esercizio di stile.

Krajina rovina ·

Il negozio di dischi usati che visito una volta all’anno è il Black Vinyl Bazar dell’Alfa Pasáž. Non è altro che una stanza nel mezzanino di un palazzo residenziale in centro, con i vinili ben esposti in vetrina e i CD ammassati, ehm, sopra il termosifone.
All’ultimo giro in vetrina c’era un vinile di Mucha, ma sopra il termosifone non ho trovato nessun CD di Jana Kirschner. Non ne ho trovati neppure su Amazon (!), cosí mi sono rivolto a un negozio di Plzeň con un esteso catalogo online: ordinati domenica, pagati lunedí con bonifico, spediti martedí, ricevuti mercoledí al lavoro.
Ovviamente li ho spacchettati davanti alle colleghe slovacche.

The Best Of e Krajina rovina.

Del florilegio della prima parte di carriera di Jana Kirschner avevo già scritto, e dalle casse del mio stereo suona molto piú ricco che dai miseri auricolari dell’iPod. Il libretto del disco – un racconto delle sessioni di registrazione, inframmezzato dai testi di canzoni escluse (?) dalla raccolta – è interamente in slovacco e mi compiaccio di capirci qualcosa.

Il suo disco successivo è anche l’ultimo pubblicato con la casa discografica importante, e si capisce perché già dal primo ascolto. La forma-canzonetta è abbandonata per composizioni piú rilassate, che si prendono tutto il tempo necessario; la durata media delle canzoni nel Best Of è tre minuti e mezzo, in Krajina rovina è sei minuti e mezzo. Immagino la reazione del dirigente della Universal quando il master è stato recapitato sulla sua scrivania: non c’è proprio niente di commerciale o radiofonico qui!
L’album è stato registrato nel piccolo teatro di una villa in Moravia, penso in presa diretta, ottenendo cosí un senso d’inquieta intimità. Gli arrangiamenti variano fra il jazz da camera e l’elettronica (con qualche eccesso, tipo l’onnipresente effetto “puntina saltata”).
Krajina rovina […] è anche il titolo dell’ultima canzone, una poesia in musica sul trovare rifugio e pace nella terra madre.

Píseň týdne ()

Loyle Carner feat. Rebel Kleff – NO CD.

Non ho piú soldi, li ho spesi tutti in certi vecchi CD, li metto tutti in perfetto ordine perché il mio disturbo ossessivo-compulsivo non mi lascia fare altrimenti.

Salamandre contemporanee ·

Al tempo di Aldous Huxley e George Orwell c’era uno scrittore boemo che si cimentava nella fantascienza distopica e che mi dispiaccio di non aver scoperto vent’anni fa. Si chiamava Karel Čapek ed era la voce critica della Prima Repubblica, che sferzava dalle pagine dei quotidiani liberali e dai palcoscenici praghesi.
Ora che ho letto qualcosa di Čapek non capisco perché non sia strafamosissimo al pari dei due inglesi. Dal suo dramma anti-scientista R.U.R. è nato un vocabolo insignificante come robot (l’inventore della parola è il fratello Josef, in ceco robota è il lavoro di corvée). Nel suo romanzo Válka s mloky (“La guerra con le salamandre”) c’è una satira attualissima su capitalismo, nazionalismo, schiavismo, e altri -ismi di cui leggiamo nei quotidiani.

Un marinaio scopre in un atollo al largo di Sumatra una specie di salamandre antropomorfe e quasi-senzienti. Se ne innamora e ne promuove lo sfruttamento come pescatrici di perle in cambio di utensili. Un consorzio di imprenditori capisce il loro potenziale economico e ne amplia lo sfruttamento a ogni ambito del lavoro marino, sui fondali di tutto il mondo.
Al di fuori del loro habitat naturale, le salamandre evolvono rapidamente e il loro numero esplode a svariati miliardi. A un certo punto l’economia globale dipende dalle salamandre: non soltanto perché lavorano piú efficientemente degli uomini, ma anche perché devono essere sfamate e rifornite di materiale da produzione (fra cui gli esplosivi). Le principali nazioni europee le impiegano pure come soldati e nella creazione di nuovi “spazi vitali”, causando ulteriori attriti e divisioni fra le parti. Siamo negli anni Trenta…
Finché un giorno le salamandre decidono di prendersi tutto.

Karel Čapek ci mette in guardia sullo sfruttamento intensivo delle risorse del pianeta, e su questo come causa dei conflitti, tre anni prima dell’inizio della seconda guerra mondiale, ventiquattro anni prima della fine del colonialismo, ottantadue anni prima degli scioperi di Greta Thunberg. A metà della prima parte seguiamo una influencer ante-litteram che vuole promuoversi con un filmino erotico sulla spiaggia dell’atollo e circondata dalle salamandre. Le minute delle assemblee degli imprenditori che si chiedono come fare sempre piú soldi, e al contempo come fingersi patroni delle istanze delle salamandre di fronte al pubblico, anticipano di decenni greenwashing e terzomondismo, e soprattutto sono divertentissime.

In tutto il romanzo Čapek non si schiera dalla parte debole: pur evolvendo, le salamandre restano un collettivo indistinto, che può soltanto imitare il genere umano senza coglierne l’essenza (che per l’autore coincide con i sentimenti e la cultura umanistica). Non ho capito se le salamandre possano rappresentare il comunismo, che Čapek aborriva.
È persino possibile una lettura sovranista del romanzo: «Ecco cosa succede quando in nome del progresso si fanno entrare nei nostri porti milioni e milioni di viscide creature brunastre che lavorano per una lisca di pesce, la fine del mondo!»
Mi chiedo se Michel Houellebecq abbia mai letto Válka s mloky.

Karel Čapek morí pochi mesi prima di assistere all’invasione nazista della Cecoslovacchia e di essere arrestato dalla Gestapo. Josef Čapek fu arrestato dalla Gestapo e morí di stenti a Bergen-Belsen.

Píseň týdne ()

Manic Street Preachers – If You Tolerate This Your Children Will Be Next.

Radio 1 mi ricorda che «signora mia, ai miei tempi» andavano in vetta alle classifiche canzoni lunghe cinque minuti ispirate alla guerra civile spagnola.

Baráž ·

La brutta finale di questa Champions League non l’ho vista nel bar del tifoso del Tottenham ma comodamente addormentato davanti allo streaming legale di ČT Sport.
Davanti allo streaming legale di ČT Sport il giorno dopo ho visto anche il ritorno del baráž per la retrocessione dalla / la promozione alla 1. Liga fra il Příbram e lo Zbrojovka Brno.

Avendo assistito all’immonda sconfitta di luglio contro il Vysočina Jihlava e alla soporifera vittoria di agosto contro la Dynamo České Budějovice non avrei piú pensato che saremmo riusciti a qualificarci al playoff: ai calciatori mancava la mentalità da Serie B.
Dopo la sesta giornata l’allenatore è stato esonerato e sostituito con il trenér dell’Under-21. Nel mercato invernale il portiere-capitano ha firmato l’ultimo buon contratto della carriera con il Malmö. Durante la pausa di gennaio si è svolto un torneo non ufficiale che abbiamo vinto in finale a Malta (?) contro lo Slovan Bratislava… e da lí è cominciata una remontada a suon di gol e vittorie in trasferta.
Ho visto ad aprile il derby con lo Znojmo (poi retrocesso), a maggio lo scontro diretto con il Hradec Králové (con gollonzo), due delle sei vittorie consecutive con cui abbiamo concluso la stagione regolare. Il České Budějovice è stato promosso direttamente, mentre lo Jihlava è andato al baráž contro il Karviná. Noi abbiamo beccato il Příbram, superato in classifica al 96° dell’ultima giornata di Serie A da quegli hipster dei Bohemians di Praga.

Era un tardo pomeriggio di un mercoledí lavorativo, ma allo stadio per la partita di andata c’erano 8,523 spettatori, di cui ben 10 da Příbram. Al 10° minuto eravamo sotto di due gol. Ho lasciato Nový Guaglione, mi sono messo in fila per klobása + pivo, e in mezzo alla calca ho visto bene la gomitata del loro portiere al nostro centravanti (e il suo fallo di reazione). L’arbitro poteva estrarre due rossi e darci un rigore, invece niente. «Kurvy na Příbrami!!!» Tre minuti dopo il nostro centravanti segnava. Il tempo di tornare a sedermi in tribuna e il nostro fantasista pareggiava di tacco. A metà secondo tempo il nostro centravanti segnava ancora. All’89° prendevamo un gol da polli, e l’incontro finiva 3 a 3.
Domenica scorsa in Boemia centrale c’erano piú brunensi che figli delle kurvy di cui sopra. Ma eravamo bolliti, ed è difficile vincere senza tirare in porta. È ancor piú difficile quando l’arbitro prende decisioni strane che fermano l’inerzia favorevole. Restiamo in 2. Liga.

Fermoimmagine da ČT Sport: i calciatori del Příbram festeggiano la fine della partita. In sovraimpressione il risultato: Příbram 0–0 Brno.

Al termine del doppio playoff è nata una polemica nazionale sul livello degli arbitraggi nel calcio ceco: anche il Vysočina ha subito torti evidenti e ha protestato con la Federazione, che ha risposto con la sospensione di due dei quattro arbitri coinvolti. Troppo tardi.

Píseň týdne ()

Erik Truffaz feat. Nya – Siegfried.

L’unico uso appropriato dell’Écume des jours di Boris Vian è come poggia-lampada.

Vaso con un misero bastoncino che spunta dalla terra. Un biglietto infilato nel vaso dice: «If there are no leaves when we’re back then you failed!»

Letní kalhoty ·

Non ho mai raccontato della prima volta che sono andato all’ufficio postale del quartiere per ritirare una raccomandata dall’Italia. Be’, semplicemente ho preso l’avviso del postino, il passaporto, ho cercato di capire quale fosse lo sportello giusto, e mi sono messo in fila. Al mio turno ho salutato e, senza dire altro, ho fatto scivolare i documenti sotto il vetro. L’impiegata, sui 45 anni, ha recuperato il mio plico e mi ha sorriso, indicando con il dito: «Nome. Data. Firma.» Non «Jméno. Datum. Podpis.» Proprio «Nome. Data. Firma.»
Jundrov non è esattamente un quartiere centrale e cosmopolita, eppure ho subito beccato un’impiegata delle Poste che parla un po’ d’italiano.
Alla seconda occasione invece mi sono messo in fila allo sportello della collega piú giovane, con quella sua maglietta fina con la scritta «You suck», perché la ricerca degli italofoni non è una mia priorità.

Venerdí ho recuperato una festività e sono andato al centro commerciale a fare compere. La mia meta era un certo negozio ampio e impersonale, ma nella vetrina di una boutique ho visto l’annuncio di ampi sconti su quel che cercavo e sono entrato. Immediatamente mi ha approcciato in ceco una commessa mora, penso intorno ai 40: le ho risposto in ceco che ero interessato a quei capi scontati, lei mi ha proposto di parlare inglese… o italiano.
Non credo che in Moravia abbondino le mezzosangue cresciute nella campagna veneta.
In mezz’ora trascorsa a sparlare del gusto comunista degli uomini locali ho acquistato due paia di pantaloni estivi dalla qualità mediocre e a prezzo pieno, ma quanto vale il sollievo di poter spiegare con agio quanto li voglio accorciati?

Píseň týdne ()

LidoPop – Song for FC Zbrojovka.

Tema del prossimo post.

Volby do EP ·

Spero che non vi sia sfuggito che questo weekend si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. In quanto cittadino italiano residente in altro Paese dell’Unione, io avevo diritto di voto:

  • o nel comune italiano di registrazione all’AIRE, per candidati italiani;
  • o nel consolato italiano di riferimento, per candidati italiani;
  • o nel comune straniero di residenza, per candidati locali.

Sia il comune di Alessandria sia l’Ambasciata di Praga mi hanno inviato all’indirizzo corretto tutti i documenti necessari per votare per i miei connazionali.

Ma perché dovrei farlo? Non risiedo piú in Italia. A dirla tutta, perché dovrei poterlo fare? Alle elezioni politiche italiane un milanese residente a Palermo può forse votare per chi corre in una circoscrizione lombarda? No. Si sente forse per questo meno rappresentato? Non dovrebbe, ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione.
Trovo stupido considerare le elezioni europee come un surrogato delle politiche nazionali. Auspico che il Parlamento europeo prevalga sul Consiglio. Voglio far notare ai politici locali che devono tenere conto anche dei miei interessi.
L’ideale sarebbero liste sovra-nazionali. In assenza di queste ho votato per una lista ceca.

Un tardo lunedí di metà aprile sono entrato nella sede della mia circoscrizione, ho vagato per i corridoi vuoti, ho sbagliato ufficio, sono stato gentilmente indirizzato in segreteria, ho fatto del mio meglio per spiegare che volevo essere iscritto al registro dei votanti, ho lasciato i miei dati personali, non ho avuto risposta per tre settimane, ho sollecitato una conferma via e-mail, l’ho ottenuta, e l’ultimo giorno utile mi è stato recapitato il bustone.

Una busta blu di dimensioni superiori ad A4, e un plico di fogli con scritto: «Sada hlasovacích lístků pro volby do Evropského parlamentu konané ve dnech 24. a 25. května 2019».

Il bustone contiene le istruzioni per votare, e un foglio per ciascuna delle quaranta liste con l’elenco dei ventuno candidati (perché la Repubblica Ceca elegge ventuno rappresentanti).

Lista n°4 e lista n°6.

Per esempio, la lista n°4 è quella dei “Nazional Socialisti” (!), mentre la n°6 si chiama “SÍ, trolliamo l’europarlamento” e potrebbe prendere un mare un rybník di voti dai tonti che la confondono con il partito del Berlusconi cecoslovacco. Fra le descrizioni ufficiali: “YouTuber”, “apicoltore”, “operatore di tuning”, “mago”, “imitatore di Václav Havel”.

C’è un solo nome nella lista n°23, “il Tuo Candidato Personale”. Agli elettori promette piú soldi, piú birra, piú sesso, alla Commissione farà imparare la pronuncia della “ř”.

È uno scherzo ma è comunque un programma piú votabile di quello dei Socialdemocratici…

Manifesti elettorali di “il Tuo Candidato Personale” e dei Socialdemocratici: nel secondo la candidata mostra un cartellino rosso.

… che si rivolgono al loro elettorato di pensionati e si collocano solidamente nel campo della destra sociale. Gli alimenti non di qualità sono fuori dal gioco dice nel manifesto l’ex-europarlamentare brunense “Prestoricca”, con riferimento alla paranoia secondo cui l’Occidente ci rifila prodotti di seconda scelta. A Bruxelles faremo principalmente gli interessi dei Cechi e della Repubblica Ceca, afferma il primo punto del loro decalogo, dimenticando che la sinistra o è internazionalista o non è sinistra.

Il senso d’inferiorità è trasversale. Siamo il cuore dell’Europa e vogliamo essere ascoltati, dicono i Conservatori. Repubblica Ceca al 1° posto, urlano gli xenofobi… mettendo sui cartelloni il faccione di Matteo Salvini. Gli elettori di Salvini sono d’accordo nel mettere la Cechia al 1° posto?

Ci sono anche quelli che propongono di “andarsene senza pagare”…

Manifesto elettorale di “Odejdeme bez placení”.

… come questo fyzik qui, che pure nel corso dei suoi studi dovrebbe avere beneficiato di parte dei cinquanta miliardi di euro netti in finanziamenti allo sviluppo ricevuti dalla Repubblica negli scorsi quindici anni.

Considerata la sconfortante offerta politica, ho cercato chi almeno riconoscesse di avere un potenziale elettorato di stranieri. Il Partito Pirata è un’affermata forza di opposizione, ma ad ascoltare le interviste in inglese ai candidati principali mi sono cadute le braccia: sono grillini senza Gianroberto Casaleggio, il vuoto pneumatico. Alla fine la mia správná volba è caduta su un’alleanza europeista fra liste civiche, conservatori liberisti, e verdi.

Cartello che indica il seggio elettorale n°9003, per le vie Březová, Dubová, Pod Holednou, Ke Káčatům, Prašnice.

Venerdí sera ho preso il bustone e sono entrato nell’asilo di fronte a casa. Non c’era quasi nessuno. Il tavolo degli scrutatori era diviso non per genere ma per strada. Lo scrutatore giovane ha letto cognome e nome sul passaporto, e la scrutatrice vecchia mi ha cercato nell’elenco, a lungo senza trovarmi, perché mi cercava per generalità invertite. Mi hanno consegnato un’altra bustona vuota, senza timbro né firma (???). Sono entrato nella cabina, ho preso dal mio bustone il foglio con la lista n°26, l’ho infilato nella bustona vuota. Sono uscito, ho infilato la bustona nello scatolone al centro dell’aula. L’altra scrutatrice vecchia mi ha indicato un cestone con la scritta “spazzatura”. Ci ho letteralmente guardato dentro ed era pieno di bustoni come il mio. Ho chiesto se il mio bustone potevo portarmelo a casa o dovevo per forza buttarlo via, ma non ricordavo piú come si dice “portare a casa”. Tutti e cinque gli scrutatori si sono messi a parlare insieme per dirmi che col mio bustone potevo farci quel che volevo. Mi sono scusato per il mio pessimo ceco, li ho ringraziati sempre nel mio pessimo ceco, e finalmente sono uscito a respirare.

Píseň týdne ()

Lucio Battisti – La luce dell’Est.

Anche rotolarsi nei boschi con una femmina non mitiga quel senso d’impotenza: Scusa se non parlo ancora slavo.

Barbarella ·

Ieri sera mi trovavo in un famoso locale brunense di musica da ballo, persuaso con l’inganno ad assistere all’esibizione di un certo DJ, musicista e rapper (!) di scuola post-socialista. Per i miei 2,5 lettori che si ricordano Sir Williams, be’, al confronto di questo panzone ceco che cliccava “Play” su Winamp, Sir Williams è Avicii, Claudio Coccoluto, Kieran Hebden.

Uno dei motivi per cui non mi piace andare nei locali di musica da ballo, è che nei locali di musica da ballo ci stanno le tardone, e poche cose al mondo mi mettono piú tristezza.
Ieri sera nella sala semivuota sedevano a due tavolini prossimi al bar: uno piú composto, di quattro tizie che si annoiavano; l’altro piú sguaiato, di due quarantacinquenni già ubriache. Delle due, la mora indossava un vestito nero che lasciava scoperti i tatuaggioni sulla spalla e sul braccio destro, la bionda (piú attraente) un prendisole a fiori molto corto.
Quando sono sceso al bar evitando la pista deserta, la bionda era appollaiata a piedi nudi su uno sgabello, a litigare con il barista slovacco e a mostrare agli altri avventori la marca della spirale.

La tardona mora è stata la prima a occupare stabilmente lo spazio davanti al DJ panzone. Non posso biasimarla per i movimenti scoordinati, era difficile tenere il ritmo di qualsiasi cosa suonasse. La tardona bionda l’ha seguita poco dopo, attirando su di sé l’attenzione di un maschio intraprendente. Tale individuo ha cominciato a rimbalzare tra le due, ballando dimenandosi come neanche David Brent. La bionda, da buona amica (?), si è fatta da parte, lasciando la mora a decidere la sorte del ballerino tarantolato.
Intanto sullo schermo dietro al DJ panzone, chissà perché, veniva proiettato Barbarella.
Molto presto, molto presto, c’era piú gente in strada che dentro al locale. La tardona mora e il suo nuovo amico continuavano a bere insieme, mentre la tardona bionda irrompeva con l’auto sul marciapiede urlando «prosím těěě». Come la serata sia proseguita e terminata, e quale fra i miei tre protagonisti si sia svegliato stamattina con piú disgusto, lo ignoro.

Píseň týdne ()

Lake Malawi – Friend of a Friend.

Ieri sera si teneva anche la finale dell’Eurofestival Eurovision Song Contest. Della canzone di Mahmood credo di aver sentito una volta le battute finali entrando in un negozio, e il personaggio non m’interessa. I Lake Malawi invece li conosco, suonano spesso a Brno e piacciono a molte mie colleghe, ma il loro è un indie-pop per ragazzini diluito in acqua e Valium.

Non riconoscere piú i calciatori ·

Una volta i mercoledí di Champions League li santificavo. Dell’edizione di quest’anno, che leggo essere la piú pazza di sempre con remontadas feroci e qualificazioni al 96°, ho visto soltanto Atlético–Juventus, Cristiano–Atlético, e Ajax–Juventus (a spese dell’azienda nella solita pizzeria, ero l’unico cui fregava qualcosa della partita, la catalana accanto a me ha capito che non le davo corda e ha cambiato posto). Juventus–Ajax me la sono risparmiata perché ho letto “Mattia De Sciglio titolare” e sapevo come sarebbe finita. Česká Televize non ha rinnovato i diritti per la trasmissione in chiaro, io non ho mai avuto la mentalità di pagare un abbonamento pay, l’unico bar del quartiere la pensa uguale, il centro città è a mezz’ora di autobus, se la partita finisce alle 23 io rientro a casa a mezzanotte, al mattino seguente mi devo alzare alle 6. Di tutta la Serie A ho visto l’indecente spettacolo del secondo tempo di Juventus–Prescritti nel bar di un tifoso del Tottenham. Magari andrò a vedere la finale di Champions League nello stesso bar, e tiferò per il gol-vittoria al 90° di Nandone Llorente.

Píseň týdne ()

Ex:Re – Romance.

Il primo disco solista della mia cantante tossicodipendente preferita è uscito da sei mesi ma me lo sono procurato pochi giorni fa, ed è un disco dei Daughter senza gli altri due Daughter però con meno idee, come accade sempre quando il cantante incide un disco solista ma il gruppo non si è ancora sciolto.

Cartoline (3) ·

Libro nella vetrina di una libreria tematica cristiana.

“Come non lo conoscete”.

Cartellone pubblicitario del festival musicale all’aperto 90s Explosion. Artisti in scaletta: 2 Unlimited, Haddaway, Vengaboys, Dr. Alban, Snap!…

Prima o poi devo scrivere quel post sulla musica che passa per Brno.

Cinghiale scolpito in un tronco d’albero, all’interno di una riserva naturale.

Údolí oddechu, ovvero Pod Holednou però dall’altra parte.

Píseň týdne ()

Jamiroquai Tribute Band CZ – Travelling Without Moving.

La corista mora con la minigonna girofica, la corista bionda con il giaccone pesante.

“Team Leader” ·

Amy Poehler alias Leslie Knope in un episodio di Parks and Recreation, che sospira e sorridendo pronuncia: «I’m ready.»

Dvacítka ·

C’è quell’aforisma attribuito ad Albert Einstein secondo cui la follia è fare la stessa cosa piú e piú volte e aspettarsi risultati diversi. Il mio secondo colloquio per diventare caposquadra è stato identico al primo: la commissione esaminatrice mi ha chiesto di fare le stesse cose, di reagire alle stesse situazioni e di rispondere alle stesse domande. Ovviamente ho dato le stesse risposte: alcune non sono piaciute, altre sono piaciute molto.
Sono convinto che le persone non cambino; a meno che non cambino le persone. Se mi fossi trovato di fronte alla stessa commissione dell’anno scorso, sarei stato ugualmente respinto. Invece di fronte a me sedevano la caporeparto no-nonsense, la talent acquisition manager dell’ufficio del personale che non è una scimmia urlatrice come la sua bella collega roscia, la collega che non parla, e Pan di Zucchero.
E la caporeparto no-nonsense ha dato piú ascolto a Pan di Zucchero che alla tizia di HR.

Santino Fontana alias Greg Serrano in un episodio di Crazy Ex-Girlfriend, che punta i pollici verso se stesso, con didascalia «This guy.»

Comincio il 1° maggio. Il colloquio è avvenuto due settimane fa, la decisione è stata presa quasi immediatamente ma è stata formalizzata dopo Pasqua ed è stata annunciata a me durante il pomeriggio dell’ultimo giovedí di fatturazione. Ho festeggiato con una dvacítka in piazza della Libertà (era pur sempre il 25 aprile, stupendo e irrinunciabile).

Quando la squadra ne è stata informata erano tutti contenti, tranne la candidata ignota.

{OMISSIS}

Non ho mai smesso di elogiarla con i capi e penso che sarebbe un ottimo project manager. Ma come caposquadra no, ha people skills inferiori alle mie, quando a gennaio in assenza di Pan di Zucchero c’erano grane ho dovuto io rassicurare i clienti franciosi e battibeccare via conference call con gli agenti di vendita mangiarane, ché per lei va tutto bene, tutto bene un cazzo il 95% degli ordini inevasi è dei clienti del mercato che coprite voi francofone, se vuoi fare la team leader almeno dimostra leadership in casa tua. [/rant]

Venerdí ho chiuso in fretta quasi tutti i miei casi aperti, poi ho incontrato Pan di Zucchero per un passaggio di consegne durato cinque ore, riassumibile brevemente nella sua filosofia “amico, finché la barca va, lasciala andare”. {…}
La caporeparto mi ha detto che l’esperienza già acquisita sul campo e la buona opinione su di me delle altre caposquadra sono state decisive per la mia promozione. Ha fiducia in me e mi aiuterà quando ne avrò bisogno. Il suo unico consiglio è di continuare a comportarmi come se fossi un backup e non cambiare atteggiamento nei confronti dei miei colleghi.
Abbiamo concordato al volo che il mio sostituto sarà un francofono. Io gestirò i colloqui.

Píseň týdne ()

Lily Allen – Take What You Take.

Non l’ho ascoltata ma ce l’ho in testa per il verso I should keep my friends close but my enemies closer, consiglio da Il padrino – Parte II che Lily rifiuta ma che io old and wise accetto volentieri. Questo 25 aprile cadeva anche il 25° anniversario di Parklife.

L’orsetto ·

{OMISSIS}

Chiedo scusa, è una citazione da Il vitello dai piedi di balsa di Elio e le Storie Tese.

L’orsetto è un giovanotto molto timido che ha le fattezze di un orsetto: è basso, paciocco, irsuto, e indossa sempre un maglioncino grigio. Nonostante gli inviti pranza solo. Segue una dieta chetonica, ingurgita beveroni proteici da un dosatore con beccuccio, fuma come una tonda ciminiera e di fumo puzza. Vive con la famiglia in un paesino a sud di Brno, da cui fa il pendolare con i mezzi pubblici.
Alla sua prima birra di chiusura del mese, l’estate scorsa, a sera inoltrata, s’era accorto che non c’erano piú corriere verso casa.

– E non voglio andare a chiedere al mio ex se mi ospita :(
– Oh no, meglio passare la notte in Lužánky che bussare alla porta della tua ex!
– Del mio ex.

Mi ero seppellito ben dentro al boccale.
Alla sua seconda birra di chiusura del mese ho constatato con sollievo che non s’era offeso. Mentre le ragazze mettevano in ordine di bellezza i maschi dell’ufficio, e io mi tiravo fuori fingendo sdegno per il discorso sessista, lui esclamava con assoluto candore:

– Ehi, anche Massi non è male!

Píseň týdne ()

Josh Mostel – King Herod’s Song.

La mia liturgia di Pasqua.

La Sava e la Drava ·

Da Ljubljana, stazioncina dopo stazioncina, la ferrovia costeggia per un’ora il corso della Sava che immaginavo fosse impetuosa e maestosa – si fa mille chilometri prima di sboccare nel Danubio – e invece dal finestrino appare ancora un timido fiumiciattolo, poco profondo, dalle belle acque verdi fra le gole boscose. A Zidani Most si vira verso nord lungo il corso della Savinja, entrando in Stiria per Laško e Celje. Al di là dello spartiacque c’è Marburgo.

Locomotiva a vapore nel piazzale della stazione.

Marburgo Marburg Maribor è la seconda città della Slovenia, è la città della collega slovena, ed è stata capitale europea della cultura. Avevo alte aspettative che sono andate deluse.

Cartelli stradali all’incrocio fra Partizanska cesta e Titova cesta.

Maribor è una cittadina mitteleuropea come tante, il cui piccolo centro storico è cresciuto intorno a un castello ignorabile che un tempo doveva sorgere sul fiume Drava (ora non piú). D’interesse maggiore sono la piazza del mercato e l’imponente basilica in mattoni rossi.

Piazza del mercato, con edifici tipici dell’Europa Centrale. Retro della basilica in mattoni rossi, con guglie e inserti in rame verde.

A metà pomeriggio ho già visto tutto e devo decidere come arrivare a mezzanotte, quando potrò salire sul FlixBus per Brno. Potrei andare allo stadio, ma quei tifosi dalle teste rasate mi piacciono poco. Il lungo-Drava è spoglio e triste come un lungo-Tanaro, e ho le vesciche ai piedi. Il megacentro commerciale è identico al Vaňkovka, e nei cinema ci sono soltanto film horror o di supereroi.

Fiume Drava, con il sole che si specchia sulla superficie dell’acqua.

Mi siedo sulla panchina di una piazzetta e osservo i ricchi marburghesi andare a teatro.

Facciata del teatro nella piazza buia, con l’interno illuminato dai lampadari in stile classico.

Píseň týdne ()

George Harrison – My Sweet Lord.

Certamente non è ciò che gli Hare Krishna brunensi cantavano in piazza del Mercato del Cavolo per la festività del Ráma Navami, proprio mentre Don Sparling ci guidava nel freddo della Brno religiosa.

Laibach ·

A Gorizia i cartelli stradali per la frontiera non si sprecano e devo chiedere la direzione due volte alla stessa gentile nonnina. Davanti alla stazione di Nova Gorica il confine di Stato è una linea tracciata con le mattonelle. Il bar è ovviamente pieno di avventori italiani.

Piastrella circolare nel ciottolato della piazza, a indicazione del confine fra Italia (di qua) e Slovenija (di là).

A Sesana Sežana apprendo che il treno per Lubiana Ljubljana proviene da Videm Udine via Trst Trieste, e mi chiedo perché l’ho allungata di duecento chilometri per non-vedere una desolata porzione di Venezia Giulia Julijska Krajina da una littorina a gasolio.
Fuori dalla stazione di Lubiana Ljubljana Laibach un ragazzino prova a intortarmi in inglese per incularmi il cellulare, vorrei mostrargli che è un cellulare cipriota che fa foto di merda ma è tarda sera e viaggio da quindici ore e voglio soltanto trovare il mio affittacamere.
È tarda sera di un giovedí di inizio marzo ma il viale sulla Ljubljanica è puntinato di tavolini affollati davanti a una sequela di locali. La mia stanza è una mansarda con finestre a tutta parete che guarda sul fiume, ho barattato la privacy per una bella vista.

Torre del castello con i bandieroni di Lubiana e della Slovenia sventolanti nel cielo blu.

Al mattino seguente scopro nel sole e nel vento che Lubiana Laibach Ljubljana è stupenda.
Ho una mappa della città ma non la uso, preferisco girare a zonzo e svoltare angoli a caso. Ho due sole mete fisse: il bel parco con villa che ho intravisto dal treno la sera precedente, e il castello che svetta sulla rocca.

Villa Tivoli nel parco verde sotto il cielo azzurro.

Faccio colazione nel giardino della kavarna del museo etnografico: nell’ebbrezza di capire tutto il menu in sloveno mi rivolgo in ceco alla cameriera-studentessa che non comprende e mi guarda stranita (niente mancia).
La promenade che conduce a villa Tivoli è adornata di riproduzioni fotografiche di dipinti esposti al museo di arte moderna. Il parco sta rifiorendo, e l’unico elemento di “disturbo” alla pace della natura sono gruppetti indisciplinati di bambini dell’asilo.

Sotto il cornicione di un palazzo, due piastrelle con fantasmi di Pac-Man.

Se alle guardie dell’Ambasciata americana non piace che i turisti facciano foto dalla strada, si scelgano una sede meno appariscente.
Non trovo un posto tipico dove pranzare e senza grandi aspettative entro in una picerija (parentesi linguistica: in ceco “pičerija” suonerebbe come “il posto dove si compra la fica”). Sorpresa: è una vera pizzeria gestita da italiani con cuochi italiani, e la pizza è ottima.

Il verde parco Tivoli sotto il cielo azzurro.

(Un vero racconto di Ljubljana, con foto adeguate, potete leggerlo su Pick a place get lost.)

Composizione di due messaggi. La prima, uno stencil: «Heartbreak point no. 3 / Person sitting on this spot will gladly accept hugs, kisses and phone numbers». La seconda, un manifesto: «Protest proti nasilju nad ženskami / 8. marec 2019 Kongresni Trg ob 17:00»; sul manifesto una rosa, una rosa con pugno, una rosa inscritta nel simbolo di Venere.

Nel pomeriggio esploro il centro storico ai piedi del castello: scavalcata la Ljubljanica su uno dei mille ponti, il quartiere si rivela disseminato di mercati popolati da veri lubianesi.
Acquisto un regalo di nozze per la collega slovena e il fidanzato serbo: un libro di aneddoti sull’amore, di personaggi che svariano da Chiara Lubich (brrr) a Leoš Janáček (ahahah eh?), perché la collega slovena è appunto del genere romantico e so che apprezzerà.

Ghirlanda a forma di cuore sopra un pozzo.

La scalata al castello di Ljubljana è faticosa ma permette di godere di un panorama sempre piú vasto su tutte le bellezze che si sono già viste da una prospettiva urbana. Il castello in sé non ha niente di speciale ma è molto ben curato e ha… ehm… bagni immacolati (50c €) in una suggestiva collocazione con accesso accanto alla roccia viva.
Ridiscendo per stradine nostalgiche del socialismo e mi disseto con una bevanda autarchica a base di grattachí frutti della rosa canina. Per cena, ma quale cena, ho appena la forza di entrare al supermercato e comprare sushi e macedonia che consumerò nella mia stanza.

Ingresso del museo privato con memorabilia dell’ex-Jugoslavia.

[Continua…]

Píseň týdne ()

Blur – This Is a Low.

L’imperialismo e l’isolamento su cui gli Inglesi fondano la propria identità nazionale vanno a braccetto. Leggo articoli e vignette che descrivono la Brexit come il gettarsi da una scogliera, nella loro psicologia dev’essere un’immagine molto forte. Che si schiantino sulle rocce.

Leave a light on ·

Presidente, grazie. Buongiorno, colleghi.
In che triste situazione ci troviamo sulla Brexit! Che tragedia! Cosí tanti problemi su cui dovremmo lavorare insieme, totalmente distratti da un disastro auto-inflitto! Interamente perché il Regno Unito, persino in questi ultimi momenti, non ha ancora preso una decisione su cosa vuole davvero. La signora May ha attivato l’Articolo 50 senza un piano, e ancora non riescono a trovare un accordo. Oggi vediamo parlamentari a Westminster provare finalmente a trovare un accordo definitivo: bene, benvenuti alla festa! Nel parlamento scozzese stiamo dibattendo sulla revoca dell’Articolo 50, perché da una prospettiva scozzese ogni singolo partito in Scozia, eccetto i Conservatori, è unito intorno a quest’opinione, che la migliore Brexit è nessuna Brexit.
Perciò colleghi, per favore non chiudeteci la porta ora. Ci sono molti di noi in Scozia e altrove nel Regno Unito che lavorano duramente per sistemare le cose, per servire i nostri cittadini, per restare in questa famiglia di nazioni. Ma, in quello che potrebbe essere il mio ultimo discorso in questo luogo dopo quindici anni di servizio per il nostro popolo europeo, non sappiamo cosa c’è nel futuro del Regno Unito. Non sappiamo cosa c’è nel futuro di nessuno, mentre le forze del populismo si stanno radunando in tutte le nostre nazioni. Non sappiamo cosa c’è nel futuro del Regno Unito, ma io so che la Scozia è una nazione europea. Noi onoriamo la solidarietà internazionale, noi onoriamo la libertà di movimento, se l’Unione Europea non esistesse dovremmo inventare qualcosa di simile e la Scozia vorrebbe farne parte.
Ora voi come professionisti dovete avere a che fare con il Regno Unito cosí com’è, e dovete rispettarne la Costituzione, e anch’io la rispetto. Dovete avere a che fare con gli interlocutori che vi trovate, mi dispiace ma dovete averci a che fare. Ma quando la Scozia, se saremo esclusi dalla nostra famiglia di nazioni contro la nostra volontà, contro la nostra opinione espressa in modo chiaro e democratico, se saremo esclusi contro la nostra volontà, l’indipendenza sarà la nostra unica strada per tornare.
Chers collègues, non vi chiedo di risolvere i nostri dibattiti interni, io vi chiedo di lasciare una luce accesa, cosí che potremo ritrovare la strada di casa. Grazie.

Alyn Smith, Parlamento Europeo, seduta plenaria del 27 marzo 2019.

(Una volta ho ritirato un pacchetto dove attualmente ha l’indirizzo di corrispondenza.)

Píseň týdne ()

Suede – Crack in the Union Jack.

Up4grabs ·

A me l’ha annunciato in anteprima prima che andassi in ferie, ma già da dicembre avevo subodorato qualcosa: troppe assenze giustificate come “meeting nell’altro edificio”.
Pan di Zucchero è stato contattato dall’ufficio del personale, e al termine di segretissimi colloqui è stato promosso a manager del supporto tecnico di primo livello, reparto che ha un folle turnover di neo-assunti. I criteri che hanno portato alla sua selezione [eufemismo] non mi sono chiari [/eufemismo], ma buon per lui e hodně štěstí ché ne avrà bisogno.
Il resto della squadra l’ha saputo lunedí pomeriggio e nessuno ha battuto ciglio.

Sempre lunedí la sua posizione è stata ufficialmente aperta, soltanto per candidati interni e soltanto per due settimane. Pan di Zucchero mi ha chiesto conferma che mi candiderò, e gli ho risposto che se non lo facessi non avrebbe senso. Aveva già parlato bene di me con la caporeparto (di recente ritorno dalla maternità), che a sua volta mi ha chiesto conferma che mi candiderò, e lo auspica e ne è contenta. Anche la capa di Centro mi supporta.
Sulla carta ho quindi l’appoggio del titolare uscente, quello della caposquadra piú longeva, e la simpatia di chi deve prendere la decisione; ma cosí era anche l’anno scorso. A questo giro ho in piú un anno di esperienza, la pratica volontaria nei due mesi di “seggio vacante”, e la mansione di backup nelle due lunghissime sessioni di ferie di Pan di Zucchero (durante cui nessuno ha sentito la sua mancanza). Inoltre, poiché ad aprile lui sarà impegnato nella transizione al nuovo ufficio, io dovrò farne le veci proprio durante i colloqui di selezione.
Cosa potrà mai andare storto?

Píseň týdne ()

Eros Ramazzotti – Stella gemella.

Sto osservando il bagno e il cesso separati e claustrofobici di un appartamento na prodej. La realitní makléřka che in foto somiglia a Luca Sofri mi fa notare che alla radio sta passando una canzone italiana. «È un segno!» «Eh, ma non mi piace.»

Jana Kirschner ·

Stamattina avrei dovuto scrivere della Slovenija, invece ho stirato camicie per le prossime due settimane ascoltando il Best Of della prima parte di carriera di Jana Kirschner.
«“Donna” non è un genere musicale!» diranno le mie 1,5 lettrici femministe, però siamo lí: una giovane che imbraccia una chitarra e impugna una penna, e che scrive bozze di canzoni autobiografiche che sviluppa insieme a una band di turnisti maschi. Quasi inevitabilmente la produzione della casa discografica major dà alle composizioni un’impronta blues-rock che fa tanto donna vissuta, perché questo tipo di dischi lo compra(va)no gli uomini. Insomma, fino a dieci anni fa Jana Kirschner cantava roba non male ma non originalissima: tracce derivative del cantautorato radiofonico americano dei Novanta o pezzi orecchiabili di quelli per puntare al podio di Sanremo senza vincerlo. Leggo su Wikipedia che in seguito ha conosciuto un tastierista inglese che ha lavorato con Moloko e Zero 7, Róisín Murphy e Sia, e che ha prodotto le sue uscite successive, piú mature e interessanti (infatti la casa discografica l’ha lasciata a spasso). Devo fare un giro al negozio dell’usato dell’Alfa Pasáž.

Píseň týdne ()

Jana Kirschner – Na čiernom koni.

Qui siamo in territorio “premio della critica”.

Du fährst zu oft nach… ·

La collega slovena dell’ufficio rinnovi è la nuora ideale. È un pochetto piú bassa di me, con una corporatura di tendenza materna, la fisionomia del viso è slava ma addolcita da capelli e occhi mediterranei. Ha una laurea in Storia con cui non c’ha mai fatto niente, parla male di tutti i Croati tranne la nostra insegnante di ceco, dice che nel weekend pulisce casa e che quando ha finito talvolta piange.
La collega slovena è del genere romantico, è noiosetta ma simpatica, e a maggio diventerà la nuora di una qualche donna serba, il cui figlio ha conosciuto quando entrambi lavoravano a Malta. Il fidanzato serbo me lo immaginavo del tipo “spaco botilia amazo familia”, poi l’ho conosciuto ed è una pasta d’uomo. Alla domenica giocano a badminton in coppia contro Ramón e il collega siriano. Ho già visto l’abito della sposa e faccio il tifo per loro.
Tutto il preambolo è per dire che sono appena tornato da una gita a Laibach e Marburg.

[Continua…]

Píseň týdne ()

Ansambel Roka Žlindre in Amabile – Veliko je želja.

La TV statale slovena trasmette in prima serata un programma da TV privata padana dove giovani musicisti cantano e suonano in playback canzoni popolari in mezzo a un pubblico di anziani che fanno finta di cenare. È una specie di Festival di Sanremo nazionale che dura tre mesi. La puntata che ho visto mentre collassavo in albergo è stata vinta da un noto gruppo folk supportato da un quartetto vocale di patatone.

Undici ore da porta a porta ·

Giorni prima di partire ho letto da qualche parte sull’Internet che i giovani italiani del 2019 si vestono come i giovani albanesi sbarcati dalla Vlora a Bari nel 1991.
Pensavo fosse un’iperbole. Poi ho attraversato la Lomellina in treno di sabato pomeriggio.

Píseň týdne ()

Johann Strauss II – An der schönen blauen Donau, Op. 314.

A Vienna non ho trovato né il murale lungo la ferrovia con Stephan Derrick e Harry Klein, né il solito valzer all’imbarco del solito volo Austrian. Anche Antonella Ruggiero e il marito volano in classe economica.

L’ipotesi Wakefield ·

Stanno screditando il dr. Andrew Wakefield da anni. Dicono che il suo studio sul rapporto fra vaccino trivalente e autismo è una frode. Lo accusano di avere indirettamente causato la morte di migliaia di bambini innocenti, la cui unica colpa era di avere genitori idioti.
Ma io riabiliterò il suo nome. A breve pubblicherò una ricerca epidemiologica che è in corso su un campione di colleghe slovacche nate fra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90: presentano tutte, ma proprio tutte, quei deficit comportamentali, comunicativi e sociali, che sono evidenti sintomi di appartenenza allo spettro autistico. Non può essere un caso. Sono convinto che da bambine siano state inoculate con una partita di fiale contaminate a Černobyľ, altrimenti non si spiega.

A proposito di Černobyľ, qualcuno vuole venire con me?

Píseň týdne ()

The No Smoking Orchestra – Bubamara.

Da un DVD preso a una pesca di beneficenza ho finalmente (ri)visto Crna mačka, beli mačor, in lingue originali balcaniche con sottotitoli in ceco.

Lungofiume ·

Abito con vista sul fiume, il terzo per lunghezza della Moravia: la Svratka (da pronunciarsi con la “s” sorda, altrimenti i locali capiscono “zvratka” che è, ehm, un’unità di vomito).

Il fiume fra due rive di alberi spogli; in lontananza, parallelepipedi colorati di palazzi residenziali.

Il suo corso è regolato un paio di chilometri a monte dalla diga della Brněnská Přehrada. Poiché non piove mai, dalla diga non esce niente, e la Svratka qui è come uno stagno.

Il fiume visto dal bordo dell’acqua, con gli alberi spogli che si specchiano sulla superficie ferma.

I lotti di terreno sulle sue rive, assegnati (penso) in epoca socialista per farne degli orti, nel corso degli anni sono stati cementificati un po’ troppo, e molti accessi sono privati.

Rustici sulla riva opposta, visti attraverso un intrico di rami spogli.

A sud di Brno la Svratka si getta nella Thaya che si getta nella Morava che si getta nel…

Píseň týdne ()

Jana Kirschner – Dunaj.

Seria candidata come píseň roku.

Giorno del ricordo ·

Il nazionalismo è buffo.

Il territorio dell’attuale Repubblica Ceca è stato via via occupato da diverse popolazioni. Gli Slavi occidentali vi s’insediarono all’inizio del Medioevo, creando Stati autonomi prima in Moravia e poi in Boemia. Nell’ambito del Sacro Romano Impero e dell’Impero Asburgico, gruppi di etnia e lingua tedesca si trasferirono nelle regioni montane di confine (i Sudeti), e nei grandi centri (Prag, Brünn, Olmütz) di cui costituivano l’anima economica.
(Un classico esempio dell’influenza germanica su Brünn è come noi chiamiamo il tramvaj, ovvero šalina, dal tedesco elektrische Linie.)
La convivenza fra maggioranza slava e minoranza tedesca fu pacifica per secoli. In seguito, quando l’industrializzazione spinse la masse boeme e morave dalle campagne alle città, nacque un conflitto inter-etnico a bassa intensità per il controllo del potere.

Nel 1938 la Germania nazista annesse i Sudeti, e nel 1939 si prese l’intera Cecoslovacchia: la minoranza etnica tedesca sostenne entusiasticamente sia l’ascesa di Hitler sia l’invasione (il punto di vista dei cechi soggiogati è narrato da Bohumil Hrabal in Ostře sledované vlaky e in Obsluhoval jsem anglického krále).
Il governo liberale del presidente Edvard Beneš fuggí all’estero, e dall’esilio promulgò una serie di leggi che prevedevano l’espulsione dalla Cecoslovacchia delle comunità tedesche (con l’eccezione degli antifascisti) e la confisca delle loro proprietà.
A guerra terminata i “decreti Beneš” furono ratificati e subito attuati: il 90% dei tedeschi di Cecoslovacchia – due milioni e mezzo di persone – fu espulso in Germania Ovest ed Est. L’espulsione non fu certamente disciplinata e incruenta: in tutta la ricostituita Repubblica avvennero linciaggi ed esecuzioni sommarie. In termini moderni penso che si possa parlare tranquillamente di pulizia etnica.

Il 30 maggio 1945 ventimila tedeschi di Brno (bambini, donne, e uomini inabili al lavoro) vennero incolonnati per una marcia forzata verso il confine austriaco. Poco meno di metà di loro arrivò a destinazione; un’altra metà fu fermata dopo due giorni a metà percorso, e rinchiusa in un ex-campo di concentramento per ebrei. Un numero imprecisato di espulsi morí di stenti durante la marcia, nel campo di concentramento o all’arrivo in Austria.

Stele di pietra con le date 1945 e 1995 accanto ai simboli della città di Brno, sopra due lapidi in ceco e in tedesco.

Stele eretta nel cortile dell’abbazia di San Tommaso.

Nel 2015 il consiglio comunale di Brno ha ufficialmente espresso rimpianto per quella che oggi è conosciuta come “marcia della morte”. Ma non ha chiesto scusa: ha riconosciuto che si trattò di un atto di vendetta per gli incomparabilmente piú grandi crimini nazisti, e che causò sofferenze a vittime innocenti. Inoltre ha espresso il desiderio che tutti gli errori del passato siano perdonati, al fine di costruire un futuro comune.
Né il regime comunista (ovviamente) né i governi democratici cechi e slovacchi susseguitisi dopo la guerra fredda hanno mai chiesto scusa alla Germania, o abrogato i decreti Beneš.
La Germania ha sempre mantenuto un basso profilo su tutta questa brutta pagina di Storia. E i post-nazisti tedeschi non hanno mai promosso per via parlamentare – né mai ottenuto dai partiti democratici – un “Giorno del ricordo” dell’imponente esodo dai Sudeti, al fine malcelato di giustificare a posteriori i crimini perpetrati fra il 1938 e il 1945.

Píseň týdne ()

Al Bano e Romina Power – Felicità.

Omaggio sanremese, mio e del collega senior valtellinese, durante la serata karaoke organizzata dal collega turco.

Il lago d’inverno ·

Il lago ghiacciato presso l’imbarcadero, sotto un cielo nuvoloso.

Non tornavo alla Brněnská Přehrada da… boh, un anno e mezzo?

Il lago ghiacciato da una diversa prospettiva che mostra il basso livello.

Quest’anno non è gelata abbastanza da pattinarci sopra in sicurezza.

Veduta dall’interno di un chiosco.

E io che rimango qui solo a cercare un občerstvení.

Píseň týdne ()

The Shortwave Set – Harmonia.

Lunedí mattina ho settato lo Skype aziendale su “Busy” – Maybe next time, maybe next time, maybe some time, e ce l’ho lasciato fino a venerdí sera. Ora torno a sedere sul sedile del passeggero.

Mrdá jí v hlavě ·

{OMISSIS}

+++ Un post blasfemo. +++

Pan di Zucchero è da due settimane a bere caipirinha a Copacabana, tornerà a febbraio. Significa che da due settimane sto facendo il mio e il suo: controllo che tutto funzioni, faccio da parafulmine per auditing ed escalations, gestisco il personale. Non ho effettivi poteri sui miei colleghi, ma ascolto le loro richieste, prendo una decisione e la comunico alla capa di Centro (manager ad interim) perché la ratifichi. Risultato: alla chiusura del mese finanziario la mia squadra è stata la prima a uscire, alle cinque e mezza spaccate. «Mai successo» (Evička).
C’è una sola questione irrisolta: {…}.

{OMISSIS}

Píseň týdne ()

Mucha – Ježíš.

{OMISSIS}

Invitation au voyage ·

Ricordo ai miei 2,5 lettori che l’aeroporto di Brno–Tuřany è collegato quotidianamente con Londra–Stansted e Monaco di Baviera, e due volte alla settimana con (sigh) Orio al Serio (benché in orari tali che occorre portarsi il sacco a pelo e dormire al banco del check-in). In casa ho un letto a una piazza e mezza, e sulla moquette spazio sufficiente per piantare una tenda. Affrettatevi a farmi visita, prima che la città sia invasa dai turisti newyorkesi.

Píseň týdne ()

Role – Když tě nikdo nevidí.

Ero in un’altra sala del locale a discorrere del capitale culturale che permette a Michel Houellebecq di tirare su femmine come avesse una rete a strascico, e sembrava che di là dal muro a ogni canzone suonasse un gruppo diverso; e che suonassero tutti maluccio.

Dottorozza ·

Come ho scritto, dopo settimane di malesseri sempre diversi, a inizio anno mi sono deciso a far visita alla mia dottorozza (piú o meno) anglofona. Mi ha chiesto quali fossero i sintomi, ha ordinato all’infermiera di prendere un tampone di saliva per scoprire la mia infezione, mi ha dato una provetta per le urine, mi ha detto di scriverle due SMS sui miei progressi, mi ha segnato di tornare dopo otto giorni e mi ha prescritto cinque farmaci: un antibiotico, un antistaminico, delle gocce per il naso, uno sciroppo per la tosse e del paracetamolo.
(Il foglio di malattia l’ha battuto letteralmente a macchina, ma era il certificato sbagliato.)
Diligentemente ho acquistato e assunto tutte le medicine, e le ho scritto due belle e-mail in ceco cui ha risposto prima «V normě» e poi «Děkuji». “Nella norma” cosa, cosa ho???

Giovedí ho preso una pausa dal lavoro e sono tornato dalla dottorozza con il mio campione di liquido giallo paglierino. Nuovamente mi ha chiesto quali fossero i sintomi, ha ordinato all’infermiera di prendermi un tampone, mi ha dato una provetta, mi ha detto di scriverle, mi ha segnato di tornare fra un po’ e mi ha prescritto altri tre farmaci: un altro antibiotico, un altro sciroppo per la tosse, e una bottiglia di Vincentka.
(Il foglio di malattia l’ha riscritto secondo le istruzioni del mio ufficio paghe. Speriamo…)
Vincentka è nient’altro che l’acqua minerale imbottigliata in una stazione termale morava, che secondo la vulgata ha proprietà curative e che secondo Evička fa correre in bagno.

La dottorozza la chiamo cosí perché su Internet e in ambulatorio ostenta una foto scattata negli anni Ottanta in cui porta una splendida capigliatura da far invidia a Dana Carvey.

Píseň týdne ()

The Knife – Heartbeats.

Sto accompagnando Majka in chiesa, il marito la cerca al telefono e parte Heartbeats nella versione di José González. Žabovřesky come San Francisco. Sconcertato le chiedo perché quella suoneria, mi risponde che Ed Sheeran è il suo cantante preferito. Sbatto la testa contro il primo palo della luce.

Malaticcio ·

Quattro fotogrammi dalle riprese del suicidio del generale croato Slobodan Praljak durante la lettura della sentenza di condanna per crimini di guerra al Tribunale Penale Internazionale per l’ex-Jugoslavia.

Píseň týdne ()

Sonique – It Feels So Good.

Sala d’attesa della dottorozza, Rádio Krokodýl a un volume altolocato, deep trance indotta dal paracetamolo.