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Un funerale ·

La mia vicina di pianerottolo qui a Jundrov, che viveva nell’appartamento antistante quello della “spia dell’StB, era un’anziana vedova di cui non ricordavo mai il nome: Klusáčková, Kounicová… qualcosa che cominciava per “K”. Avevo capito che fosse sola al mondo. Ogni mattina, prima della pandemia, usciva di casa alle 7 per andare a messa in centro, nella chiesa cattolica di San Giacomo, dove era una guida turistica.
Durante la pandemia faceva la coda per le mascherine usa-e-getta distribuite gratuitamente dalla circoscrizione, che poi usava per piú giorni. «Ma costano dieci corone l’una», le avevo detto. «Costano dieci corone l’una», mi aveva risposto. Un pomeriggio il mio citofono squillò: era un uomo anziano che non riusciva a trovarla; allarmato, le suonai il campanello; lei aprí la porta con i suoi due capelli bagnati, doveva essersi appena lavata; scese in strada e li vidi parlare per un’ora seduti su una panchina. Qualche tempo dopo cominciò a indossare un gatto morto una parrucca di un vivido colore marrone, che strideva con la povera giacchettina grigia che indossava con qualsiasi temperatura.
L’anno scorso notai che aveva smesso di uscire di casa ogni mattina, e che riceveva la visita quotidiana di due donne: la prima restava con lei un paio d’ore la sera, la seconda se ne andava all’alba. Pensai che fossero badanti mandate dalla chiesa. Dopo essere tornato dal Kazakhstan non avvertii piú rumori provenire dal suo appartamento; le veneziane erano sempre alzate; la posta si accumulava nella cassetta delle lettere. Un paio di volte in autunno sentii la porta aprirsi e chiudersi; il mattino seguente la cassetta era vuota.

Manifestino funebre. In alto a sinistra, un disegno stilizzato della chiesa di San Giacomo a Brno. In alto a destra, una croce stilizzata e un breve testo: «V životě se loučíme mnohokrát / s maminkou jenom jednou. / Když o mně hovoříte / a myslíte na mne, žiji přece dál…» Sotto, l’annuncio: «S vírou ve vzkříšení a s nadějí na shledání oznamujeme. / že nás opustila naše milovaná maminka, babička, sestra, švagrova a teta // paní». Poco piú sotto, il nome è intenzionalmente tagliato via.

Non è stata una sorpresa leggere il manifestino funebre attaccato col nastro adesivo nell’androne condominiale. È stata una sorpresa leggere che la mia vicina aveva una figlia e tre nipoti e una sorella.
Il funerale si è svolto, ben sei giorni dopo la morte, in San Giacomo. Quando sono entrato nella chiesa, la bara era ancora aperta: non mi sono avvicinato, ma ho visto la testa coperta dal gatto morto dalla parrucca marrone. Erano presenti una dozzina di familiari – la figlia in prima fila era quindi la “badante” notturna – e alcuni membri della comunità laica. Del condominio c’erano soltanto la beghina del secondo piano, che talvolta la mia vicina aspettava sul pianerottolo per chiacchierare; e la donnetta del terzo, distante da tutti, che già lacrimava copiosamente, forse pensando alla propria mortalità.
Hanno officiato la cerimonia non uno ma quattro parroci, con liturgia pressoché identica a quella italiana. Allo scambio del “segno di pace” (ora “dono di pace”), la donnetta del terzo piano è venuta al mio banco, e porgendomi la mano mi ha sussurrato due volte: «Pokoj s vámi.»

Kniha týdne

Il 21 agosto 1968 non so dove fossero la beghina del secondo piano, la donnetta del terzo, la biondina del quarto, la spia del sesto e sua moglie, i defunti coniugi K., e la coppia dell’ottavo – il nostro panelák non era ancora stato costruito – ma erano tutti giovani giovanotti, e devono essere stati colpiti nel profondo dall’invasione della loro patria da parte degli alleati del Patto di Varsavia.
I giorni di Praga – Dramma ed eroismo di un popolo tradito fu pubblicato da Rizzoli a settembre come instant book per spiegare al pubblico italiano liberal-conservatore cosa era successo in Cecoslovacchia. Ne è autore un collettivo di giornalisti dell’Europeo fra cui conosco soltanto Enzo Biagi, ed è un volume di grande formato che riassume la storia locale dall’indipendenza nel ‘18 al colpo di stato nel ‘48, fa una cronaca dell’invasione del ‘68, e alterna brevi monografie dei gerarchi cecoslovacchi e sovietici con fotografie della resistenza. La Primavera di Praga e la gioventú praghese sono descritte in termini entusiastici; sorprende che in termini agiografici sia descritto anche Alexander Dubček, che sí voleva attuare il “socialismo dal volto umano”, ma negli occhi degli autori era sempre un comunista.

Capodanno lunare ·

Nell’armadio ho appese due magliette di cotone che non posso (piú) indossare all’aperto, non soltanto perché fa freddo.

La prima arriva dall’Italia ed è rossa. Sul petto c’è lo stemma dell’YPG: una stella rossa su uno scudo giallo davanti a due kalashnikov verdi; sotto c’è la scritta «Efrîn». Vivo in una nazione post-comunista e sono un pavido rifuggo i conflitti: andare in giro indossando plurimi simboli del socialismo, il cui legame con la lotta di liberazione kurda è storico ma complesso, calamiterebbe schiaffi causerebbe fraintendimenti.

La seconda l’ho comprata online durante la pandemia ed è blu erica. Sul petto c’è la testa della cagnetta Kabosu, lo shiba inu del meme Doge; intorno alla testa di Kabosu ci sono le lettere Ð e GE, a formare la scritta «ÐOGE»; sopra la testa di Kabosu una nuvoletta, a mo’ di pensiero, contiene il disegno di un razzo e della Luna.
Sono un doggofilo cinofilo e Doge (in tutte le sue varianti) è il mio meme preferito. La maglietta però non celebra Kabosu, ma la criptovaluta che ha preso ispirazione dal meme (da cui la lettera “Д, col suo trattino); in particolare si riferisce al tweet di un certo industriale sudafricano dell’automobile e dell’aerospazio che voleva spingere la criptovaluta to the moon (per pura personale speculazione).

Rendering di una maglietta con il disegno di Kabosu.

Il colore della maglietta è piú scuro ma la stampa è la medesima (o memesima).

La blockchain, le criptovalute, e quel certo industriale sudafricano mi stavano sulle balle già allora, ma il disegno di Kabosu mi piaceva molto. Negli anni la maglietta ha attirato l’ammirazione degli scolari sull’autobus e l’attenzione della biondina della mensa. Oggigiorno sappiamo che la blockchain e le criptovalute inquinano quanto una nazione di media grandezza 🎁, oltre a non avere alcun valore sociale. Questa settimana il meme Doge è diventato uno strumento di propaganda liberista; e quel certo industriale sudafricano, figlio di negrieri, propalatore di bufale, sodale e promotore dei fascisti di tutto il mondo, a tutto il mondo ha mostrato di essere egli stesso un nazista.

La maglietta con Kabosu resterà nell’armadio.
Kabosu ha attraversato il ponte arcobaleno nella scorsa primavera. Very doggo, girl wow, much good.

Články a stránky týdne

Restaurace týdne

V pátek večer jsem byl s Eliškou a Lucou na večeři v restauraci Madama Cristina ve Veveří.
Když otevřela, minulý rok, tato restaurace měla zajímavé, krátké Piemontské menu (Kristina byla naše princezna). Jídelní lístek je teď dlouhý, a křížený s pokrmy ze střední a jižní Itálie. Dal jsem si ravioli “tři druhy masa” s máslem a šalvějí, i albese (je to syrové telecí maso, ačkoli nebylo rozkrájené jako tatarák, bylo řezané na plátky jako carpaccio). Vypil jsem vodu namísto vína protože tento měsíc jsem abstinent.
Jídlo bylo chutné, a servis byl pozornější než český standard; ale moderní, hlasitá atmosféra, a podstandardní nábytek mezi barem a bistrem, trochu zničili zážitek. Zážitek byl horší pro ženu, která seděla u stolu za námi: když její partnerka náhle vstala a odešla, ona krátce zaslzela, pak se uklidnila, objednala a vypila cappuccino, a nakonec šla ven do noci.

Suchej leden ·

Per il secondo anno consecutivo sto osservando Dry January, “gennaio (a) secco”, il mese di astinenza dall’alcool che segue i bagordi natalizi. In assenza di “un problema” e in generale di problemi di salute (🌶️), per me è un esercizio di autocontrollo e temperanza; ho anche eliminato le bevande gassate tipo Kofola o Zonka. Annoto qui che i Cechi osservano Suchej únor, “febbraio (a) secco”, forse perché è il mese piú corto.

È un gennaio secco anche perché non riesco a scrollarmi di dosso una certa apatia. In ufficio non potrebbe andare meglio: per il lavoro svolto l’anno scorso ho avuto la massima valutazione; la squadra mi segue; ho richiesto un’impiegata in piú e l’assunzione è stata approvata. Fuori dall’ufficio ho la solita vita sociale, con le solite persone nei soliti luoghi: la mia massima preoccupazione è far riparare la lavatrice o preparare le carte per le tasse. Bene, eh! Però quando sono solo a casa non faccio altro che stirare o leggiucchiare o sonnecchiare o scrivere post scialbi.

Strawberry sta opportunamente passando Have You Ever Had It Blue degli Style Council; boh, passerà.

Články a stránky týdne

Píseň týdne

The Style Council – Dropping Bombs on the Whitehouse.

I don’t want to see or read about those pathetic walking failures of Joe Biden and Kamala Harris ever again.
As for the incoming US Administration and adjacent persons, I will keep it simple: the sooner they die exit politics, the better for the world.

Pyatiletniy plan ·

There is (was?) this IndieWeb initiative to encourage people to tweet [post] their personal website plan for the upcoming new year.
I already did it two years ago, quite successfully; I am going to do it again, except this time my plan may take three years instead of one.
A two plus three = five-year plan overall, comrade Josif Stalin would be proud! By order of importance:

  • ☐ I must review this website’s responsiveness and fluidity, and find a way out of the corner I painted myself into: “Massi’s golden ratio”.
  • ☐ I need to update the About and Bio pages.
  • ☐ I should review past Blog entries for consistency, and censor old entries that I recently imported in a more stylish way (for example, ████ █████ ████████, like Jamie Zawinski does sometimes).
  • ☐ I will restore “Feed” and “Style” to the navbar, not as links to the feed and to the stylesheet, but respectively: as a human-readable Atom feed, with an explainer to what feeds are (see my current Web page); and as live documentation of the style itself.
  • ☐ I have never been fully satisfied with the header and with the navbar. At least I should reconsider the non-JS drop-down menu where I hide the list of blog years, because as of today it contains eleven items, and it will grow with time, and…
  • ☐ … I want to publish selected posts from Brainblogging (2000–2006) and from Scartari (2007–2009). Both blogs were taken offline shortly after their closure, and are stored as an SQL dump in my laptop along with embedded pictures. I would have to pick those posts that are still somehow relevant. Also I would feel the need to adapt the style of those posts to the style of these pages (in terms of layout and everything else), like I did with Cicely, Scotland and with Moravian Like You.
  • ☐ I would make use of anchors for all sections and related h4 headings.
  • ☐ Plus, it would be nice to have a media="print" stylesheet that would allow me to print Virtualia? like a book.

I will update this post by checking the boxes above as I implement (or not) each idea. I will also document work on my IndieWeb profile.

Kniha týdne

I Racconti tormentosi di Karel Čapek (traduzione di Wolfango Giusti per Slavia, ripubblicata negli anni Novanta da Sellerio pre-Montalbano) ritraggono la piccola borghesia della První republika. Nel rappresentare i personaggi femminili, Čapek un po’ resta dell’idea che alle isteriche farebbe bene una scopata, un po’ si pone all’avanguardia della società ceca attuale e denuncia le violenze domestiche. Ahimè, le altre pagine non valgono i Racconti di Malá Strana di Jan Neruda o gli scarti degli scarti di Franz Kafka.

Film týždňa

Il documentario Prezidentka, girato con il consenso e la collaborazione di Zuzana Čaputová e del suo staff durante i cinque anni in cui è stata a capo della Slovenská republika, è il ritratto di una donna che ha sacrificato la felicità personale per un’idea di società e per spirito di servizio, ed è stata ripagata dai suoi concittadini in egual misura con affetto e odio (un odio coltivato volontariamente da individui come Robert Fico), fino alla sofferta decisione di non ricandidarsi per un secondo mandato.
Donna e madre, come “Giorgia” ma suo diametrale opposto, Zuzana Čaputová rappresenta una Slovacchia che potrebbe essere ma che non è: un fallimento politico che ricorda quello di Jimmy Carter, e mi chiedo se come Carter anche Čaputová avrà una luminosa carriera da “ex”.

Moja prezidentka!

Blog z neděle? ·

Anno nuovo, blog nuovo?
Avverto un vago senso di nausea verso il formato del blog (non verso il blog in sé). Quando l’ho aperto, quasi cinque anni fa, scrivevo:

Il nuovo blog s’intitola Unreliable Narrator perché sono un narratore inaffidabile: per quanto io possa lasciare l’otturatore aperto a registrare passivamente la realtà, la scrittura sarà condizionata dalla direzione verso cui avrò puntato l’obiettivo, dai pensieri che avrò all’atto dello sbobinamento, dalla lingua che userò per fissare l’immagine sulla pagina.

Non pensavo che avrei finito per scrivere cinquanta, sessanta post all’anno; e con un sempre minore ricorso alla narrativa narrazione.
Dovrei passare a postare con cadenza regolare, domenicale, come già nel 2019, con sezioni dedicate alle “cose” esperite durante la settimana? Album týdne, píseň týdne, kniha týdne, film týdne, seriál týdne, články a stránky týdne, milostný dopis týdne? Un blog z neděle? [1]
Tipo cosí:

Píseň týdne

Jimi Hendrix – Third Stone from the Sun.

In vacanza in Eatalia ho ripassato dei vecchi DVD di backup, alla ricerca di MP3 che avevo incautamente rimosso dalla mia collezione digitale. Vi ho ripescato una perla come Quio, e ho recuperato Are You Experienced di Jimi Hendrix, con la canzone qui sopra in loop da Capodanno. Secondo Strawberry la mia collezione digitale è ora di ventimila brani tondi tondi; ma ci sono già alcuni file .rar parcheggiati sul desktop…

Kniha týdne

All the Conspirators, il romanzo d’esordio di Christopher Isherwood: un tentativo fallito di emulazione dei temi e dello stile di E. M. Forster, con irritanti inserti di stream of consciousness alla James Joyce. Due elementi moderni: la cospicua assenza della figura paterna, e il conflitto fra generazioni (il protagonista è un “bamboccione” millennial ante-litteram).

Články a stránky týdne

Milostný dopis týdne

  The second memory I have of you is when I stepped inside the room, I scanned to check who was there, and from the other side you walked straight to me, extending your arm and offering me your hand, white skin in a black summer dress, saying «Hi Massi! I’m ******!»
  The third memory is having a meal together. You are the only human who is slower than me at eating, so I observed you after I had finished. I must have said something that amused you, because you stopped chewing and you gave me a funny look from above your bowl, wide eyes and full cheeks.
  The fourth memory is a dinner party. I had schemed to sit beside you, but late guests got the chairs reshuffled, and you ended up far away from me; I glanced at you being entertained by someone else, resigned yet quite content that you were having a good time. Later that evening I managed to talk with you a bit longer over lukewarm beers, but I loathed the rest of the company so I left; I still regret that.

  Between us it has often been about food, although I told you that I am not your stereotypical Italian. Now I guess we will never dine together at that Czech\Slovak restaurant I recommended you, that last time we met and you were late and sweaty in that same black summer dress.
  What I will remember is your smirks and frowns. There is an Italian word that describes women who overdo facial expressions, smorfiosa, and it has a negative connotation that I do not comprehend.
  The first memory I have of you is your voice.

  1. Paní z neděle è il piú famoso romanzo di Fruttero & Lucentini, tradotto in ceco e tirato in centoquarantaduemila copie che si trovano ancora dappertutto; il Blog della Domenica era un’imprescindibile lettura circa vent’anni fa.